L’Udinese vince in casa e si issa a quota 33 punti

Una partita che ha permesso a mister Kosta di varare il centrocampo camaleontico che ha utilizzato anche contro il collega D’Aversa

Dica 33. Alla richiesta più classica del medico condotto della Serie A l’Udinese a pieni polmoni. Si prende i tre punti in palio contro l’Empoli e si issa a una quota tale da ipotecare la salvezza a 13 giornate dalla fine della stagione. Lo scorso anno a 33 punti la Zebretta era approdata a due turni dal termine del campionato, proprio prima dello scontro diretto al calor bianco contro gli azzurri di Toscana che ora sono nella stessa situazione, un passo sopra la zona retrocessione, laddove i bianconeri vantano un vantaggio significativo: +13.

Incrociate le dita, toccate il ferro di cavallo dello zio o il cornetto rosso di Priapo portato a casa dopo una gita a Pompei: l’Udinese difficilmente perderà un punto di media a partita da qui alla fine del campionato, anche perché sembra aver raggiunto una certa qualità di proposta.

Dal punto di vista tattico ormai Runjaic sta sviluppando il 4-4-2, modulo con il quale è imbattuto da tre giornate, durante le quali ha messo insieme un bottino di 7 punti sfrutto dei successi con Venezia ed Empoli al quale aggiungere il prezioso pareggio – in termini di convinzione – strappato a Napoli contro la capolista.

Una partita che ha permesso a mister Kosta di varare il centrocampo camaleontico che ha utilizzato anche contro il collega D’Aversa. Dentro perciò Atta a destra ed Ekkelenkamp sull’altra corsia, liberi di svariare, tagliare, scambiarsi con i due perni centrali, Lovric e Karlstrom. L’Udinese ormai è questa, una squadra capace di dare pochi punti di riferimento agli avversari, un particolare che ha creato non pochi fastidi a un’Empoli che doveva difendere “a 3” rinunciando a due pilastri come Ismajli e Viti (infortunati e neppure presenti in panchina) a vantaggio di due “braccetti” adattati: De Sciglio e Cacace.

Su questa impalcatura tattica l’Udinese ha costruito la propria vittoria, alla quale ha contributo in modo chiaro la solidità difensiva dei due centrali, Bijol e Solet, assistiti dai terzini Kamara (a sinistra) ed Ehizibue, preferito a Kristensen rispetto alla gara allo stadio Maradona, l’unico davvero in difficoltà nell’interpretazione della partita. D’altra parte, parafrasando un vecchio adagio, chi nasce quadrato non diventa tondo. Poi che quadrato, a dire il vero, Ehizibue è sciagurato nelle proprie scelte, ma l’importante è che non combini troppi danni come ha fatto nel corso della stagione, contro il Napoli o il Torino nel girone d’andata, per esempio.

Una simile zavorra, tuttavia, l’Udinese l’ha sopportata agilmente contro l’Empoli, visto che spesso e volentieri ieri i bianconeri hanno avuto il pallone tra i piedi (57% di possesso palla alla fine), una base sulla quale è stata costruita la vittoria. Illuminante, a livello di differenze, la precisione nelle conclusioni della squadra di Runjaic che ha inquadrato la porta 9 volte (contro le 4 degli azzurri), mentre il conto dei tiri fuori bersagli è in perfetta parità: 5 a testa.

In questo quadro decisamente in crescita è Ekkelenkamp che prima ha sbloccato il risultato, poco prima della metà della frazione iniziale (grazie a una voleé su una conclusione dal limite di Atta) e poi ha chiuso il conto nella ripresa raccogliendo una respinta dell’ex Silvestri su una botta ravvicinata di Lucca. In mezzo la possibilità di rimpinguare il bottino, ma anche i pericoli corsi contro un Empoli che si è riversato nell’area friulana cercando il pareggio (clamoroso l’errore di Maleh di testa) .

Alla fine, con due gol di vantaggio, mister Kosta ha varato un’Udinese a dir poco offensiva con Sanchez e Lucca (e poi Bravo) di punta, Thauvin e Pafundi esterni offensivi nel 4-4-2 che aveva Payero nel ruolo di centrale accanto a Karlstrom. Insomma, se l’Udinese ha terminato all’attacco e segnato il terzo gol sull’asse Payero-Thauvin lo si deve anche al coraggio chiesto da Runjaic ai suoi, dopo un doppio vantaggio raggiunto attraverso l’equilibrio tattico. Chissà se questo sarà il segreto bianconero da ora in poi.

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