La pazza idea di Sanchez: tornare in campo per poi salutare l’Udinese a fine stagione

Il cileno punta a tornare a giocare nelle ultime giornate di campionato, ma è tentato dalle sirene sudamericane: su di lui River Plate e Universidad de Chile

Stefano Martorano
Alexis Sanchez nella palestra del Friuli in una foto postata su Instagram
Alexis Sanchez nella palestra del Friuli in una foto postata su Instagram

Vuole giocare d’anticipo e tornare in campo prima della fine del campionato per aiutare l’Udinese, ma anche per rimettersi sul mercato dopo avere saputo che in Sudamerica ci sono due club pronti a riportarlo a casa. È questa la “pazza idea” di Alexis Sanchez per un finale di stagione da vivere ancora da protagonista grazie al doppio assist arrivato negli ultimi giorni.

Il primo è il via libera arrivato dagli stessi medici che il 27 marzo gli avevano certificato il trauma distrattivo al soleo della gamba sinistra, l’infortunio con cui Sanchez si era ripresentato a Udine di ritorno dalla trasferta con la nazionale cilena, dove si era infortunato in allenamento. Detto e fatto, nella domenica delle Palme il 36enne si è presentato allo stadio per allenarsi da solo, immerso nel silenzio più assoluto, di quelli che aiutano a riflettere e a prendere anche le decisioni più delicate, magari sovvertendo piani già prestabiliti come può essere un contratto da stracciare con un anno di anticipo sul previsto.

Eccoci al secondo assist, stavolta fornito dal mercato, con l’Universidad de Chile e il River Plate pronte a credere ancora nel “vecchio Niño” che all’Udinese è legato da un biennale fino al 30 giugno 2026, a oltre un milione di euro a stagione. La voce sta girando in Cile, al punto che non c'è bisogno di traduzione alla domanda Alexis vuelve in Sudamerica?, lanciata da “Tnt Sports Cile” e ripresa da “La Tercera”, il media di riferimento cileno che ha ricordato anche la deludente stagione fin qui vissuta da Sanchez, fermo a 349 minuti privi di gol e assist, dopo avere saltato i primi quattro mesi per un totale di 21 partite perse tra campionato e nazionale. Tutto a causa della lesione «contusiva distrattiva miofasciale al soleo» della gamba sinistra rimediata il 21 agosto, in un altro allenamento condotto in solitario nel giorno di riposo della squadra.

Per tornare alla domanda posta in Cile, la risposta è “sì”. Sanchez sta davvero pensando di tornare in Sudamerica a fine stagione, e se indossare la maglia con la grande “U” ricamata sul petto, quella dell’Universidad de Chile per cui ha sempre fatto il tifo fin da bambino, oppure decidere se tornare a Buenos Aires per rivestire la banda in diagonale rossa su sfondo bianco che veste il River Plate.

È il glorioso club argentino in cui l’Udinese gli fece giocare la stagione 2007-’08, la seconda in prestito dopo quella precedente vissuta al Colo Colo col futuro già scritto dopo che Gino Pozzo lo aveva acquistato nel 2006 dal Cobreloa, quand’era ancora il Niño Maravilla.

Sulla sua pagina personale di Instagram Sanchez ha già ricevuto una marea di messaggi da parte dei tifosi cileni che già sognano il suo ritorno in patria. «Ti aspettiamo» è stato l’invito più gettonato, specie dopo averlo visto al lavoro in palestra. A 36 anni il “vecchio Niño” sa che non c’è tempo da perdere e che ritornare in campo entro il 25 maggio con l’Udinese significherebbe anche trovare il modo di salutare i tifosi friulani a cui purtroppo non è riuscito a dare tutto ciò che avrebbe voluto in questa sfortunata e complicata stagione. Quanto al contratto, i rapporti con Gino Pozzo sono talmente buoni che basterebbe una parola e una stretta di mano. 

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