Solet, Atta ed Ekkelenkamp: ecco le tre carte dell’Udinese

Il loro minutaggio è aumentato da inizio 2025 e la squadra di Runjaic è cresciuta. Pozzo deve riscattare l’ex Metz a 8 milioni e pensa che il difensore possa valerne 40

  

Pietro Oleotto
Jurgen Ekkelenkamp al terzo gol in due gare tra Napoli ed Empoli: l’olandese ha cambiato marcia partendo dalla fascia sinistra FOTO PETRUSSI
Jurgen Ekkelenkamp al terzo gol in due gare tra Napoli ed Empoli: l’olandese ha cambiato marcia partendo dalla fascia sinistra FOTO PETRUSSI

Sono tre le carte che Runjiac ha calato sul tavolo della Serie A con il nuovo anno solare, in particolare nell’ultimo tris di impegni che hanno portato alla classifica dell’Udinese 7 punti per ipotecare la salvezza con 13 giornate da disputare e per far intravvedere un finale di stagione sfizioso in termini di prestazioni e risultati.

L’Europa, anche la piccola Europa della Conference League è un miraggio, le squadre che precedono i bianconeri sono di spessore e lanciate verso l’obiettivo coppe, ma ciò non toglie che l’Udinese potrebbe davvero calarsi nel ruolo di guastafeste, una parte che da tempo non riusciva più recitare.

Per testare la continuità della Zebretta sulla lunga distanza adesso arrivano gli impegni di Lecce e con il Parma ai Rizzi che sembrano fatti apposta per verificare la tenuta della proposta di mister Kosta, di quel 4-4-2 disegnato sulle caratteristiche dei centrocampisti che ha a disposizione, gente come Atta ed Ekkelenkamp che parte dall’esterno per poi convergere e alternarsi con gli “interni” Karlstrom e Lovric, tanto per citare i titolari della scorsa domenica nel 3-0 rifilato all’Empoli.

Sì, sono queste le vere novità della stagione. Jurgen Ekkelenkamp, 3 gol nelle ultime due partite, era stato impiegato in modo costante anche nella prima parte del campionato, ma senza mai avere una collocazione ben precisa, quando la difesa era “a 3”. Un po’ mezzala, un po’ trequartista, l’olandese classe 2000 di scuola Ajax ma arrivato dai belgi dell’Anversa per 5,35 milioni di euro (più mezzo di possibili bonus) ha raccolto già 1092 minuti in campo, ma solo negli ultimi 243, partendo dalla fascia mancina come esterno d’attacco del 4-4-2 ha convinto. Proprio per la duttilità di cui necessita quel ruolo sullo scacchiere di Runjaic che predica libertà abbinata a spirito di sacrificio per fare densità in mezzo al campo, dove numericamente si perde una pedina rispetto al tradizionale 3-5-2.

Lo stesso compito riservato ad Arthur Atta nelle ultime due giornate, tra Napoli ed Empoli, vissute da titolare sulla destra, 144 minuti sui 409 complessivi nella sua prima stagione italiana. Prelevato dal Metz in Ligue 2 in prestito, può essere riscattato per 8 milioni al termine della stagione, e difficilmente Gino Pozzo non sfrutterà l’accordo per un giocatore del 2003 che ha tecnica e pure stazza, considerando che è alto 189 centimetri. Dal punto di vista delle prospettive, infatti, Atta è considerato uno dei talenti sui quali impostare l’Udinese nell’immediato futuro per poi realizzare un bel po’ di milioni da investire e alimentare il circolo virtuoso.

Un ragionamento che vale anche per la terza carta, quella che garantisce quella « solidità difensiva» che per mister Kosta è un altro caposaldo del suo 4-4-2: Oumar Solet. Il classe 2000 francese è un titolare inamovibile da quando ha potuto essere schierato, a gennaio. Da allora 6 presenze da titolare, 504’ in campo e una giornata squalifica rimediata col “rosso” di Como, l’unico passaggio a vuoto. Di lui si parla associandolo a future destinazioni da Champions o nella Premier inglese.

«Solet è più forte del Koulibaly che avevo visto quando era nell’under 21», ha dichiarato ieri a Radio Crc, emittente che si occupa in particolare del Napoli, il responsabile dello scouting bianconero, Andrea Carnevale. D’altra parte al Maradona Solet ha impressionato. Tanto che poche ore dopo i turchi del Galatasaray con il mercato ancora aperto hanno bussato alla porta di Pozzo che li ha allontanati gentilmente con poche parole: «Costa 40 milioni». Non male per uno arrivato a parametro zero. —

 

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