Udinese, intervista a Fabio Bazzani: «Sarà una sfida complicata, il Como crede nelle sue armi»

La “voce” di Dazn ha seguito i bianconeri all’esordio e i lariani a Cagliari: «Incuriosisce molto il mix con giovani talenti come l’ex City Perrone e il 19enne Nico Paz»
Stefano Martorano

«Non è ancora il Como che ha in testa Cesc Fabregas, ma a Cagliari ha cercato e sfiorato il colpaccio dopo avere rimontato con personalità». È di Fabio Bazzani il feedback sulla neopromossa ricca di ambizione in arrivo stasera ai Rizzi. L’ex centravanti ha visto all’opera il Como nella sfida della Unipol Domus commentata per Dazn, riconoscendo ai lariani l’intraprendenza e la personalità nel perseguire il progetto intrapreso dalla proprietà indonesiana Hartono.

Bazzani, in Friuli c’è attesa per la sfida al Como che potrebbe lanciare l’Udinese. Si stanno facendo i conti senza l’oste?

«Sì, sarà una sfida complicata, perché a Torino il Como ha perso con la Juve cercando sempre il gioco e con lo stesso obiettivo si è proposto a Cagliari, dove dopo un primo tempo un po’ sottotono Fabregas ha aumentato il carico offensivo della sua squadra arricchendola di personalità. Una volta raggiunto il pari il Como ha poi cercato la vittoria, sfiorandola con le due grosse occasioni avute da Cerri nel finale. Ho visto l’atteggiamento di una squadra che crede nelle sue armi, in quello che fa, e che ha la determinazione per ricercare i concetti di gioco voluti dal tecnico».

Un Fabregas che ha inserito altre pedine negli ultimi giorni di mercato e che vuole il Como “alla spagnola”.

«Si basa moltissimo sull’aggressività, portando all’interno del campo tanti giocatori di qualità, come Strefezza, per esempio. L’avvio della manovra è ricercato con l’uscita dal basso dal portiere e la scelta di far giocare Reina tra i pali, pur avendo investito sull’ex Samp Audero, è finalizzata proprio per questo aspetto. I terzini poi sono tenuti molto alti».

Ha citato Reina, uno dei tanti nomi altisonanti arrivati in riva al lago.

«Gli spagnoli Sergi Roberto, Alberto Moreno e il francese Varane servono per avere la qualità e trasmettere personalità, ma a me incuriosisce il mix con giovani talenti di prospettiva come l’ex Manchester City Perrone e Nico Paz, un diciannovenne che è entrato alla grande a Cagliari».

Tuttavia, il Como è pur sempre una neopromossa. Crede che il progetto di Fabregas sia sostenibile con l’esigenza della salvezza?

«A differenza di altri allenatori, mi sembra che Fabregas sia abbastanza padrone della situazione a Como, e quando c’è la tranquillità di poter lavorare è meglio. Anche lui sa che serve tempo per attuare il suo gioco e in sede di commento a Cagliari ha fatto capire che serve crescere, a cominciare dal recupero palla con gli attaccanti. Strefezza e Belotti devono tornare per giocare le due fasi».

Bazzani, anche l’Udinese ha un progetto nuovo e proteso al gioco offensivo. Il giudizio sulla squadra di Runjaic?

«L’ho vista a Bologna dalla tribuna e confesso che non mi aveva fatto una buona impressione, perché l’avevo trovata né carne, né pesce. Anche in fase di non possesso era incerta nel pressing e poi rinculava».

Con la Lazio però...

«Si è vista un’altra squadra e questo dimostra l’importanza del fattore tempo per gli allenatori. Runjaic ha apportato già dei correttivi e ha trovato un super Thauvin che si è acceso vicino a Lucca. L’Udinese dipende da questi due giocatori e Lucca, per essere funzionale, deve essere servito adeguatamente anche dalle fasce».

Bazzani, cosa hanno detto le prime due giornate di campionato?

«Che conta resettare tutto. Thiago Motta ha già cambiato umore, testa e aria alla Juve proponendo i giovani e restando a Torino ha cominciato bene anche il Toro di Vanoli che ha dato idee nuove a una squadra che si era un po’ assopita con Juric».

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