Daniele Padelli, il “nonno” bianconero: rientrato in Friuli per amore, così guida i giovani nello spogliatoio

Eccola qui una di quelle belle storie che il pallone riesce a creare quando alla base ci sono serietà, professionalità e passione per il proprio lavoro

Massimo Meroi
Daniele Padelli
Daniele Padelli

Il 20 aprile dello scorso anno, quando l’Udinese perse 1-0 a Verona e il baratro della serie B sembrava sempre più vicino, Daniele Padelli rimase in panchina impietrito per oltre cinque minuti dopo il fischio finale con gli occhi lucidi. Dieci mesi dopo il portiere dell’Udinese ha disputato una partita da titolare in serie A con la maglia bianconera risultando decisivo per la vittoria che ha di fatto certificato la salvezza e permettendo alla squadra di Runjaic di guardare ad altri obiettivi.

Eccola qui una di quelle belle storie che il pallone riesce a creare quando alla base ci sono serietà, professionalità e passione per il proprio lavoro. Già perché “nonno” Padelli, 40 anni il prossimo 25 ottobre, è sì uno che ha indossato una maglia prestigiosissima come quella del Liverpool, ma è anche uno che per scelta, ha accettato dopo l’esperienza al Torino, di fare il secondo prima all’Inter (ad Handanovic suo compagno in bianconero nel 2011-2012) e poi all’Udinese (dal 2021) con la consapevolezza di vedere poco il campo. Due i motivi: perché ama il proprio lavoro e perché tornando in Friuli ha fatto una scelta di vita (la moglie è di Tarcento).

Giocare mai non significa essere poco importanti. Padelli in spogliatoio è una guida per i giovani e gli stranieri, lui con il tempo dell’Udinese è diventato anche un po’ tifoso e cerca di trasmettere quel senso di appartenenza che negli ultimi anni è venuto meno.

Nel post partita ricordando cosa è successo la scorsa stagione ha sottolineato: «Ci siamo detti dall’inizio che serviva una svolta rispetto all’anno scorso. Ce la stiamo facendo, dal primo all’ultimo e nonostante i momenti di difficoltà stiamo raccogliendo quello di buono che abbiamo seminato. Noi nello spogliatoio abbiamo il nostro obiettivo, ma ce lo teniamo per noi».

Quando Runjaic in Coppa Italia contro l’Inter gli aveva preferito il giovane Piana ci era rimasto male, ma non aveva fiatato. La squadra viene prima di tutto. Lo ha fatto capire anche a Lecce quando ha zittito e rimproverato Lucca, appena sostituito, reo di non aver rispettato le gerarchie dei rigoristi. Sabato è toccato a lui sostituire Sava e la sensazione è stata meravigliosa anche perché poi sono arrivate la prestazione e la vittoria.

«Mi ha fatto sentire vivo, il calore del pubblico e dei compagni: vuol dire che durante la settimana mi alleno bene. Sono gratificato – ha detto –. Per la prima volta in carriera mi sono venuti i crampi, sono orgoglioso di questa serata, me la voglio godere con chi mi vuole bene: loro sanno quanto ci tengo e quanto amo questo sport».

Il suo futuro è un punto di domanda. Padelli ha il contratto in scadenza a giugno e questa potrebbe anche essere la sua ultima stagione da calciatore. Il rapporto con la società è trasparente: decideranno di comune accordo, qualunque scelta faranno “nonno Daniele” si meriterà un “grazie”.

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