A Latisana a casa di Lorenzo Buffon, cuore Milan
Il leggendario portiere friulano alla soglia dei 94 anni spinge il Diavolo all’impresa. «Può farcela in Champions. Ibra in società? Bene, ma Maldini doveva restare»

LATISANA. Suoni il campanello della villetta a due piani anni ’50 a Latisana e l’occhio ti cade su una bandiera del Milan. Entri, accolto dalla signora Loredana, e ogni cosa riporta al Diavolo. Poi arriva lui. Un metro e 90, il 19 dicembre compirà 94 anni ma alla leggenda quell’età non gliela dai.
«Siete qui per il Milan? Siete qui per il mio Milan?»
Milan lo scandisce bene Lorenzo Buffon, il leggendario portierte del Gre-No-Li, 5 scudetti vinti con i rossoneri negli anni ’50 e poi uno con l’Inter quando lo avevano già dato per bollito. «E anche 15 presenze in Nazionale con i Mondiali del 1962 da titolare e poi...», ricorda indicando un quadro alla parete. Attorno a decine di suoi dipinti, nature morte, paesaggi, nudi di donna («li ho fatti benedire al parroco di Latisana», sorride) c’è il quadro con la benemerenza più bella: cavaliere. «Me la diedero Gronchi e Fanfani dopo che mi spaccarono il naso gli inglesi in Italia-Inghiterra 2-3 del 1961».
La signora Loredana sorride. È la seconda moglie, per il primo matrimonio Buffon finì sui rotocalchi dell’epoca, che non era la nostra dei social e altro, perchè sposò Edy Campagnoli, celebre valletta di Mike Bongiorno a “Lascia o raddoppia?”. Hanno avuto una figlia («che mi adora e viene spesso qui a trovarmi in Friuli»).
Buffon, il Milan domani si gioca l’Europa...
«Speriamo che vinca e che il Paris Saint Germain perda. A Newcastle sarà dura, ma la nostra è una squadra di carattere, anche se prende troppi gol».
Come a Bergamo?
«Ma sì, non si può prendere gol così, ai miei tempi...».
Tornerà Leao.
«Bel giocatore, ha talento, corre, ma io giocavo con Green, Nordhal e Liedholm, quelli erano campioni veri».
Magnan però dietro è una garanzia.
«Forte, senza dubbio, è il portiere della Francia. Ma mi piaceva anche Donnarumma che io metto tra i più forti di sempre in Italia con il mio amico Zoff, il più grande, e Gigi».
Buffon.
«Sì, e non perchè è un mio lontano parente, in quanto i nostri nonni erano cugini e abitavano a Pertegada di Latisana qui in Friuli. Gigi è stato un grande e ora anche nella Nazionale come dirigente può fare bene».
Ibahimovic adesso lavorerà per il club.
«Era un grande bomber, del resto è svedese come i miei amici Nordhal e Liedholm. Ha carattere, potrà fare bene, ma Paolo Maldini doveva restare. Io ho giocato con suo padre Cesare, eravamo inseparabili: la loro è una famiglia che trasuda di milanismo».
Non le fa effetto che il Milan stia pensando a un nuovo stadio a San Donato?
«Italia-Ungheria, 1954: io c’ero quando su inaugurato San Siro col secondo anello. Quella è la casa del Milan, è un monumento, là deve giocare il mio Milan»
E la proprietà americana?
«Vediamo. Ma io ho avuto solo un grande presidente».
Si gira e tra le tante foto ne indica una. «Loredana prendila!», dice alla signora abituata a trovare in casa qualsiasi cimelio della grande carriera di “Tenaglia”, come era soprannominmato il portiere per le mani enormi. Eccola la foto.
«Ecco Berlusconi. Ha fatto grande il Milan e portato grandi campioni».
Signor Lorenzo, ma questo calcio le piace?
«Si e no. Guardo le partite, soffro per il mio Milan. Ai miei tempi invece...Boniperti? Ma vi rendete conto che giocatore era il mio amico Giampiero con cui condividevo la stanza in Nazionale? E poi tutti questi giocatori sempre per terra non mi piacciono».
Ha giocato anche contro Pelè: è stato lui il più grande?
«No, io dico Di Stefano, con Puscas formava una coppia d’attacco favolosa».
E la sua partità più bella?
«A Belfast: Inghilterra-Resto d’Europa. Finì 4-1 per l’Europa, io fui convocato come miglior portiere del continente senza ancora aver esordito in Nazionale».
Buffon, prima di salutarla, una inevitaniledomanda: il Var la convince?
«No, era meglio prima. Arrivederci, Buone feste, spero l’udinese si salvi e naturalmente forza Milan. A Newcaste biosogna vincere per restare in Europa. Leao, Giroud, Pulisic pensatecio voi anche se non siete il mio Gre-No -Li».
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