A Piacenza la tradizione è favorevole per la Gsa ma l’avversario è tosto

udine
Se la tradizione nello sport conta qualcosa, allora la Gsa può guardare alla trasferta di domani a Piacenza con grande ottimismo. Perché così come il Pala Ruggi di Imola è campo stregato per i bianconeri, il PalaBanca di Piacenza è terra di conquista, visto che nei due precedenti delle scorse stagioni l’Apu è sempre tornata a casa con i due punti in tasca. Riavvolgendo il nastro, torniamo al 9 ottobre 2016.
La neopromossa Gsa è reduce da una sconfitta casalinga all’esordio contro Ravenna, e cerca la sua prima vittoria in serie A2. Le cose si mettono subito male, con gli emiliani che volano a +10 nel primo quarto. Nel secondo periodo Okoye guida la rimonta, si arriva in equilibrio alla terza sirena. Match che si decide nell’ultimo parziale di gioco, Udine s’impone 59-69 grazie a un paio di canestri pesantissimi di capitan Vanuzzo. Precedente favorevole anche l’11 marzo scorso. La Gsa si presenta a Piacenza afflitta da mal di trasferta: non vince fuori casa dal 3 dicembre, ed è reduce dalla delusione di Jesi, con due sconfitte in tre giorni fra campionato e coppa. L’avvio non è incoraggiante e l’Assigeco nel secondo periodo tocca il +10.
La svolta arriva nel terzo quarto, Dykes suona la carica, Pellegrino firma i canestri del sorpasso. La Gsa vince 55-62 e guarisce dal mal di trasferta. Rispetto all’anno scorso, però, è bene attendersi un’altra partita, perché l’Assigeco si presenta all’appuntamento con l’attacco più prolifico del torneo, con 87.8 punti di media a partita.
La caratteristica principale è il grande ricorso al tiro dalla lunga distanza: con 149 tentativi è la squadra che tira di più da fuori, con risultati piuttosto buoni, dato che il 37% la pone al quinto posto nel girone. La principale bocca da fuoco è il play Murry Tourè (19 punti a partita, ma viaggiano costantemente in doppia cifra anche Matteo Formenti (match winner sette giorni fa a Verona), Gherardo Sabatini, Andy Ogide e Francesco Ihedioha, ovvero i cinque che restano sul parquet per 30 e passa minuti. Limitare le percentuali da fuori degli emiliani e far valere la maggior profondità di panchina sono le possibili chiavi da sfruttare in casa udinese per tornare ancora una volta con un referto rosa da Piacenza. —
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