Ad Avellino contro l’ex, l’Apu deve stare attenta a Mussini: «Udine sei casa mia ma ora voglio batterti»

In Campania i bianconeri ritroveranno la guardia: «Siamo giovani e ambiziosi, dovremo limitare Hickey e Da Ros»

Giuseppe Pisano
Federico Mussini, 28 anni: per lui due stagioni a Udine
Federico Mussini, 28 anni: per lui due stagioni a Udine

Apu, attenta alla legge dell’ex. Nella trasferta di domenica 3 novembre ad Avellino i bianconeri dovranno guardarsi molto bene da un vecchio amico che in Irpinia sta facendo molto bene: Federico Mussini, guardia classe 1996 che ha vestito la divisa dell’Old Wild West dal gennaio 2021 al dicembre 2022 vincendo la Coppa Italia e sfiorando la promozione. Con i campani sta viaggiando a 16,7 punti e 2,5 assist di media a partita.

Mussini, ad Avellino lei è già un leader. Ha trovato l’ambiente ideale?

«Sono fra i più esperti di una squadra dall’età media giovane e cerco di dare il mio apporto. Qui ho trovato un progetto interessante, una piazza entusiasta e una società che non vuole fermarsi qui. Questo è un anno di transizione per poi ambire a migliorare: questo per un giocatore è importante».

Che ricordi ha di Udine?

«Ottimi ricordi, per me è un posto speciale. Da un paio d’anni ho una ragazza friulana, quindi Udine è diventata la mia seconda casa, ci torno appena posso e ci passo le estati. L’Apu è un’ottima società per un giocatore, credo che negli ultimi anni le sia mancata un po’ di fortuna, ma prima o poi salirà in A».

A Udine lei ha sofferto per il grave infortunio al ginocchio destro, cosa le ha lasciato quel periodo?

«È stato il più brutto infortunio della mia carriera. Arrivai a gennaio, stavo andando bene, un mese dopo m’infortunai. A livello mentale fu impegnativo, doveva essere una stagione di ripartenza, invece dovetti stare fuori un altro anno. Però da un percorso duro ne sono uscito più maturo, come giocatore e come uomo».

All’Apu ha degli amici?

«Tanti. Ho giocato con Bruttini, Pini, Da Ros, Ikangi l’ho conosciuto fuori dal campo insieme a Gaspardo. E poi Caroti e Alibegovic: suo fratello Amar ha giocato con me al college».

Della nuova Apu che idea si è fatto?

«La vedo molto bene, ha tanti tiratori, giocatori esperti con campionati vinti alle spalle e due americani di livello, che conoscono la A2. A Udine c’è tutto per fare bene, il livello del campionato si è alzato ma possono ambire alla promozione diretta».

Ad Avellino che ambiente troveranno i bianconeri?

«Qui il basket è molto considerato, c’è una società nuova che un po’ per volta sta riaccendendo la passione della gente. Il palasport è molto caloroso».

Non giocare per due settimane per il rinvio del match di Bologna è uno svantaggio o un vantaggio?

«Siamo giovani e avere tempo per limare qualche imperfezione è utile, al tempo stesso c’è il rischio di perdere il ritmo partita».

Quali saranno i giocatori chiave del match?

«L’Apu è lunga, dico Hickey, che sa creare gioco, e Da Ros. Ci ho giocato assieme, so che non è tipo da statistiche ma fa giocare tutti, è un play aggiunto: tanto gioco passa da lui. I nostri: Earlington sarà importante nel duello proprio con Da Ros. Chi limita l’altro è a buon punto».

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