Addio McDaniels, quando lui entrava in campo il Carnera esplodeva

UDINE. Un po’ di aneddoti su Jim McDaniels, uno che a Udine ha fatto la storia. Ce ne siamo accorti venerdì 8 settembre, sul giornale la notizia era appena uscita. E le telefonate tra i baskettari anni ’70, gli anni ruggenti della pallacanestro, si sono sprecate. Così come i ricordi sul web. Allora siamo scesi in archivio, abbiamo preso la raccolta del Messaggero Veneto del settembre 1974. Foto di Moro, Leone, Ford, Raffaella Carrà a volontà, la nuova Lancia Stratos. L’Opec che fa l’elastico col prezzo del petrolio. E lo sport? Alì-Foreman, Mennea, la Nazionale di calcio che fatica con la Jugoslavia, l’Udinese che si prepara a un campionato di C al vecchio Moretti e, come diceva Manente, «non temeva la Solbiatese». E poi lui Jim Mc Daniels. Mirabolante il racconto di Paolo Medeossi sul suo arrivo a Lignano. E quella frase: «Si è informato se la schiacciata in Italia è valida perché nella Nba è vietata». E i resoconti puntuali di Oliviero Drigani, ora magistrato di rango a Trieste. Descriveva Jim nelle prime partite di campionato come un extraterrestre.
Sì, un extraterrestre. Sentite Roberto Snaidero, figlio del cavalier Rino, mandato dal padre a Los Angeles col gm Giancarlo Sarti a caccia di un americano forte. S’imbattono in Jim. Problemi di droga, messo alla porta dalla Aba. Telefonata a Majano (in friulano) «Papà ho trovato uno forte, due metri e 2.13». «Cussì alt?», la risposta del Cavaliere. Che rilanciò: «Isal bon?». «Portammo un fenomeno - ricorda ancora Snaidero - eccentrico, ma terrificanente in campo. Ce lo consigliò Jim McGregor, allenatore di fama anche a Gorizia. La droga? Il Friuli era terra tranquilla pensai. Fu un’annata straordinaria».
Lino Paschini, pivot tolmezzino, un nazionale che si trovò a marcare in allenamento il marziano: «Era velocissimo, aveva l’agilità di una guardia su un corpo da pivot. Batteva Giulio Melilla nei “suicidi” (tipico esercizio del basket per allenare la rapidità ndr). McDaniels donnaiolo, festaiolo. «Andammo a Pontedera per un torneo pre-campionato, comparve una ragazza biondissima alta oltre 1.90. Dicemmo a Sarti che era la moglie di Jim per tranquillizzare il ds. Non vedemmo Mc Daniels per i successivi due giorni, venne solo alle partite.. La ragazza, in realtà, gli era stata trovata da un amico di Udine, arrivava dall’Est».
E Giampiero Savio? Era il rookie di quella squadra con i suoi 15 anni e spiccioli quello che avrebbe scritto la storia del basket italiano. «Mi chiamava rookie, mi faceva appendere il suo cappotto, portare la sua borsa - ricorda Gianpiero - perché in America funzionava così. Ma Jim era di un altro pianeta». L’ultima chicca: «Un giorno non arrivava alla partita, palasport strapieno. Lui non c’era. Lo andarono a prendere nel suo appartamento in Via Leonardo da Vinci. Era reduce da un festino la sera prima. Arrivò al Carnera un minuto prima della palla a due. Boato assordante». Trentello. Spettacolo.
@simeoli1972. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto