Meret e Scuffet, amici da 19 anni: il destino li rivuole compagni di squadra

La carriera dei due portieri friulani, dal Donatello al Napoli passando per l’Udinese: torneranno a giocare nello stesso club dopo 10 anni

Massimo Meroi
L'abbraccio tra i friulani Alex Meret e Simone Scuffet: avversari in campo, amici nella vita
L'abbraccio tra i friulani Alex Meret e Simone Scuffet: avversari in campo, amici nella vita

Dicono che Alex Meret, durante la trattativa per il suo rinnovo del contratto (manca ancora l’ufficialità, ma la firma fino al 2027 arriverà), abbia chiesto espressamente di avere come suo vice Simone Scuffet.

Colpa, si fa per dire, di un rapporto di amicizia nato quasi 19 anni fa. Era la stagione ’96-’97 e il Donatello – società udinese rilevata nel 2012 da Simone Ronco e Totò Di Natale – li portò nel suo vivaio.

Simone, dieci anni al tempo, arrivava dall’Aurora Remanzacco, Alex, 9 anni, dal Rivolto. Chi li prese aveva evidentemente l’occhio lungo.

Avendo un anno di differenza, giocavano in categorie diverse. Passò un solo anno e dal Donatello si trasferirono all’Udinese dove hanno fatto tutta la trafila del settore giovanile fino ad approdare in prima squadra. Si sono allenati tantissime volte assieme all’Udinese, un rituale che riprenderanno a fare da domani a Napoli visto che Scuffet sosterrà oggi le visite mediche per vestire l’azzurro.

Il 1º febbraio del 2014 quando Scuffet, ancora minorenne esordì in Serie A a Bologna (il titolare Brkic si bloccò durante il riscaldamento e la riserva Kelava non dava le giuste garanzie), quella di Guidolin sembrava comunque una scelta isolata.

Non fu così. Innanzitutto perché Simone giocò una partita di personalità, secondo perché aveva alle spalle la spinta di tutta la squadra. «Facciamo giocare questo ragazzo, è friulano e anche se dovesse andare male nessuno gli imputerebbe qualcosa», furono le parole che Di Natale disse a Guidolin rientrando in spogliatoio prima del match.

L’Udinese vinse 2-0, concesse il bis nel turno successivo (3-0 al Chievo) e a San Siro, con l’Inter, Scuffet fu il migliore in campo finendo anche sulle prime pagine dei quotidiani nazionali. “Simone è bravo, ma dietro di lui ce n’è uno ancora più forte”, era la frase più ricorrente di quei giorni.

L’altro era Meret che per discutibili strategie con la maglia della prima squadra dell’Udinese non ha giocato nemmeno una partita in Serie A. Girato in prestito alla Spal, ha vinto un campionato di B e conquistato una salvezza.

Quei due anni ad alto livello sono stati sufficienti perché il Napoli arrivasse a sborsare per lui oltre 20 milioni. Per Alex è arrivato uno scudetto in maglia partenopea, ma non sono state tutte rose e fiori tra infortuni e critiche spesso anche prive di fondamento.

Oggi, grazie al suo carattere tutto friulano, anche i suoi denigratori si stanno ricredendo. I numeri dicono che lui e l’atalantino Carnesecchi sono i migliori numeri 1 in Italia. Anche per Scuffet, dopo che l’Udinese preferì affidare la porta a Karnezis, sono arrivati giorni difficili. Lui è andato a Como dove è retrocesso, poi come Alex ha vinto un campionato di B con lo Spezia. E andato all’estero (Cipro, Turchia e Romania) per poi rientrare a Cagliari.

Percorsi simili, che adesso trovano nel Napoli un nuovo comune denominatore. Simone e Alex da compagni di squadra ma anche da amici hanno condiviso sogni e speranze, ambizioni e delusioni. Hanno anche trascorso assieme qualche giorno di vacanza sulle spiagge friulane, adesso condivideranno anche una pizza all’ombra del Vesuvio.

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