Allenatori sulla graticola dopo appena due giornate, Zaccheroni: «Niente di nuovo»
Le panchine di Cioffi e Stroppa già messe in discussione nonostante un mercato ancora aperto che complica molto il lavoro dei tecnici

Benvenuti (si fa per dire) nel sempre più schizofrenico mondo del pallone, quello nel quale la posizione di un allenatore viene messa in discussione dopo una eliminazione dalla Coppa Italia o dopo due sconfitte di campionato. Le giustificazioni non mancano: un mercato incomprensibilmente aperto fino all’indomani della quarta giornata, squadre che vengono smembrate (il riferimento al Verona non è puramente casuale) o formazioni rinnovate per nove undicesimi (vedi il Monza).
E così Cioffi e Stroppa vedono subito traballare le loro panchine. Non pensiate, però, che siano i soli. Tocchino ferro e tutto quello che vogliono i tifosi dell’Udinese, ma cosa pensate che si comincerebbe a dire se domani a Monza Sottil e i suoi ragazzi dovessero rimetterci le penne? Siamo sicuri che qualche rumors sulla posizione del tecnico bianconero non comincerebbe ad uscire? Noi la mano sul fuoco non ce la mettiamo.
«Scusate, ma dov’è la notizia? – sbotta al telefono dalla spiaggia della sua Cesenatico Alberto Zaccheroni –, è sempre stato così e la responsabilità è un po’ anche degli organi di informazione. Le squadre o vanno benissimo o vanno malissimo, il tran tran non fa notizia». Se però cominciano a circolare le voci che danno Cioffi nel giro d’aria perché in disaccordo con il ds su certi movimenti di mercato non può essere colpa dei giornalisti. «Io al posto di Gabriele non avrei lasciato l’Udinese per andare a Verona», la riflessione di Zac sul tecnico gialloblù che ha avuto come giocatore al Torino. Stroppa, invece, lo ebbe in squadra a Udine; anzi fu proprio lui a indicare nell’ex milanista il giocatore cui consegnare la maglia numero 10 che in serie B era stata di Fausto Pizzi: «Al Monza vogliono bene a Giovanni, in modo particolare Galliani. Non credo che sia già in bilico gli daranno del tempo per lavorare».
In merito alle panchine già calde Zaccheroni fa un’altra riflessione interessante: «Nel calcio italiano non ci sono soldi, una società prima di mandare via un allenatore ci pensa due volte. Ditemi voi chi ha speso in Italia. Qualcosina il Milan, il Napoli e la Roma. Juve e Inter per acquistare prima devo fare qualche operazione in uscita. Tutti i soldi sono in Inghilterra».
Insomma, si fanno le nozze con i fichi secchi, ma se poi le cose non vanno per il verso giusto le responsabilità non sono delle proprietà ma degli allenatori che, per di più, hanno sempre meno voce in capitolo nella costruzione delle squadre. Questa a Udine è una regola che vige da sempre con i Pozzo, ma sono molte le società che hanno seguito questo esempio. A pensarci bene, forse ha davvero ragione Zaccheroni: «Scusate, ma io non ci vedo niente di nuovo».
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