Amoroso stregò il Parma: «Una rete da 70 miliardi»

UDINE. «Quello fu un gol da settanta miliardi». Marcio Amoroso comincia con questa frase il suo ricordo di quella magica notte del 21 marzo del 1999 quando l’Udinese superò il Parma in corsa per lo scudetto grazie a una prodezza che il campione brasiliano confezionò quando alla fine mancava appena un giro di lancette.
«Lancio di Paolo Poggi, stoppo di petto, faccio passare la palla sopra la testa di Santon, controllo con la fronte e poi sinistro sul primo palo». Amoroso racconta tutto nei minimi particolari come se quel gol l’avesse fatto ieri. Invece è roba di 16 anni fa.
«Innanzitutto vi ringrazio per esservi ricordati di me – dice Marcio dal Brasile –. Credo che il gol segnato quella sera al Parma alla fine mi abbia portato via da Udine. Forse era meglio se non lo facevo».
Non la pensò di certo così, sul momento, il Friuli che esplose per una simile prodezza realizzata tra l’altro a fine gara. «Ho tirato fuori il coniglio dal cilindro, si dice così in Italia vero?», sorride Marcio che conferma come quella sia stata la più belle delle 38 reti messe a segno in campionato con la maglia dell’Udinese.
I gol assumono un valore ancora superiore se li segni a un portiere di grande livello. Quella sera tra i pali del Parma c’era un certo Buffon. «Soddisfazione doppia – esclama Amoroso –. Quando poi diventammo compagni di squadra Gigi mi tirò simpaticamente le orecchie per quel gol».
Che, a sentire Amoroso, ha cambiato la storia dell’Udinese. «Perchè pur incassando 70 miliardi di lire la società è riuscita a confermarsi tra le grandi del campionato italiano».
Marcio è molto legato alla vittoria per 3-0 dell’Udinese sul campo della Juve datata 13 aprile 1997. Quel giorno fece una doppietta: rigore e zampata in contropiede: «Quello è il mio secondo gol preferito dopo quello con il Parma: per velocità d’esecuzione e precisione nel superare Peruzzi in uscita».
Da un brasiliano vero a uno ... naturalizzato. Paolo Miano, da San Pietro al Natisone, era stato soprannominato “Ze Paolo” per quel suo ciondolare tipicamente brasiliano. E lo slalom che sfoderò con l’Inter il 31 marzo di trenta anni fa è emblematico del talento del ragazzo delle Valli.
Proprio in occasione del trentennale di quel gol Miano sulle colonne del Messaggero Veneto lo ricordò così: «Dopo aver scartato il primo avversario mi ritrovai con un po’ di spazio davanti a me. Alle mie spalle c’era Zico che continua a dirmi di di tirare in porta. A un certo punto intravidi un’ombra gialla avvicinarsi. Era la maglia del portiere Recchi».
Miano con una finta si liberò sia dell’estremo difensore che di un altro paio di difensori. «Se Recchi fosse rimasto in porta io avrei tirato e probabilmente non avrei segnato». Ci saremmo persi uno dei dieci gol più belli del vecchio Friuli.
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