L’Apu aggancia la vetta: al Carnera battuta Orzinuovi 82-65
Difesa, contropiede, due Usa con i fiocchi, Alibegovic super. L’Old Wild West prende Rimini in testa
Ri-vince, convince, lo fa contro una avversaria pericolosa e dopo il panettone e, soprattutto, la grande vittoria di Cantù: l’Old Wild West batte Orzinuovi al Carnera 82-65 con una partita convincente, solida, sin dalla palla a due iniziale. E aggancia in vetta Rimini sorpresa in casa da Rieti dell’ex Monaldi (tripla pazzesca), che quindi fa così gli auguri di Buon 2025 ai suoi amati vecchi tifosi.
Un’altra prova di maturità, in attesa domenica del viaggio a Bologna contro la Fortitudo arrabbiata dopo la ripassata presa a Pesaro. Ma il treno della Vertemati band, che da coach giovane ma navigato aveva cominciato a preparare la partita già domenica nella sala stampa di Desio, pare adesso davvero lanciato con la locomotiva d’una grande difesa a tirare i vagoni.
Questione di facce. Quella dell’Apu si capisce subito che è quella buona in avvio di partita davanti a un gran pubblico. Vero, sbaglia i primi tre tiri (da tre, sennò non sarebbe questa Apu), ma neanche Orzinuovi, con gli spauracchi Johnson e Williams fa canestro, merito della grande difesa. Nemmeno quando Hickey si divora un canestro solo soletto o la coppia Usa bianconera fa di peggio due contro zero ci si preoccupa. Questione di facce, appunto. Quella di Udine è giusta. E dopo la grande prova di Cantù e il panettone in settimana è una gran bella cosa.
Perché Orzi, lo si era visto a Cividale, è una signora squadra. Costruita, e ricostruita senza coach Ciani, per provare a vincere. Eppure fa fatica contro la difesa di Alibegovic capopopolo e compagni che vuol dire anche contropiedi facili, almeno 6 innescati nel primo quarto (18-12).
Orzi è lì, Williams è bravo bravo e il duello con un ispirato Xavier (che in settimana ha riabbracciato moglie e figlioletto) è da leccarsi i baffi. Guariglia (farebbe comodo ed è una delle “vedove” di Ciani) sotto è tanta sostanza, ma la gabbia costruita da Vertemati intorno a Jazz (4 punti e 3 falli in 20’) regge.
Così, difendendo, correndo e con un sontuoso Alibegovic, una solida Apu va all’intervallo avanti 39-29. Udine tira 5 su 17 da 3, gli ospiti fanno peggio: 1 su 11.
Chiaro che Orzi vada all-in su Jazz, che però commette subito il quarto fallo. Stanotte si sognerà Ikangi.
Allora si aggrappa a Williams per restare aggrappata alla partita. Ma se Hickey è in versione “normale”, capitan Mirza no e da solo sistema le percentuali dall’arco dei suoi. E poi Johnson, quello bianconero: le sue braccia lunghe sono un fattore in questo campionato giornata dopo giornata. Quando Orzi – caro patron Mascio il problema era davvero Franco Ciani? Dai…– deve rimettere in campo Jazz, però, si trova sotto quasi di venti punti (56-37 a 2’15” dalla fine del terzo quarto) e contro una squadra che difende come se dovesse recuperarne venti di punti. E quando il capitano (21 punti ala fine) va in panchina con la curva che gli canta “Alibegovic ce l’abbiamo noi”, come faceva con papà Teo si capisce che non è finita solo perchè manca ancora l’ultimo quarto (60-44).
Del resto, il muro difensivo bianconero propizia il 14 su 44 al tiro con cui gli ospiti iniziamo gli ultimi dieci minuti. Così Orzinuovi prova con la classe di Jazz a rifarsi sotto, ma Hickey mette il pilota automatico da gran giocatore e porta in porto la barca con l’alley oop per un ottimo Xavier che chiude i conti.
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