Apu, ascolta coach Gerosa: «Occhio ai cambi di ritmo di Cantù»
L’Apu, domenica 21 aprile, gioca in casa dei lombardi, nella terra d’origine del vice di Vertemati: «Controllare il ritmo per fare il colpo»

UDINE. Aria di casa per Giorgio Gerosa. Il vice di Adriano Vertemati, infatti, è originario di Canzo, un paesino a 20 chilometri da Cantù, e attualmente vive a Desio, dove la società canturina gioca le sue partite casalinghe.
Come se non bastasse, Gerosa vanta lunghi trascorsi da collaboratore e da tecnico alla Pallacanestro Cantù.
Nessuno meglio di lui può presentare la partita di domenica 21 aprile, che oppone l’Apu a una delle società storiche del basket italiano per palmares, tradizione e campioni che ne hanno vestito la divisa.
Gerosa, cosa rappresenta la Pallacanestro Cantù per i brianzoli?
«La domenica al palasport. È vero che lì vicino c’è il Como, che ha trascorsi in serie A e ora sta facendo bene in B, ma la pallacanestro è sempre stata la massima espressione dello sport in Brianza. Un motivo d’orgoglio per tutta la gente del territorio».
Ci racconta i suoi trascorsi canturini?
«Per me la Pallacanestro Cantù è un bel tuffo nel passato. Ci ha giocato mio fratello e ci ho giocato anch’io quand’ero ragazzino e Sacripanti provava a impostarmi come playmaker. Poi ho intrapreso la strada di tecnico e ho collaborato per una dozzina d’anni con la società, svolgendo lavoro individuale sui giocatori insieme a tecnici come Dalmonte, Sacripanti e Trinchieri. Poi ho fatto parte dello staff della prima squadra insieme a Corbani e Brienza. Cantù è stato un pezzo importante della mia vita, prima da adolescente, poi da uomo».
Parliamo dell’Apu e dei cali finali visti di recente. Come evitarli?
«Purtroppo quando ti mancano due giocatori importanti in fase di creazione si deve giocare in modo diverso, più dispendioso. Contro Rieti, infatti, abbiamo giocato metà gara a ritmo controllato, giocando e facendo giocare sui 24 secondi. Con le rotazioni corte sugli esterni, però, è arrivato il calo, che non è solo fisico: a un certo punto subentra un po’ di frustrazione, di sfiducia, e si cala anche difensivamente. Serve una durezza mentale per 40 minuti».
Quali sono i punti di forza di Cantù?
«I cambi di ritmo di Hickey e il fatto che il quintetto può aprire molto il campo, con cinque giocatori sul perimetro che possono aprirsi e rollare verso il canestro. Hanno inoltre talento individuale e grande fisicità, molti dei loro giocatori possono andare in post basso».
Quali invece le chiavi per fare il colpo al PalaDesio?
«In primis sarà necessario controllare il più possibile il ritmo e non farli correre, che in casa loro non è affatto una cosa semplice da fare. Limitare le palle perse e in attacco toccare tutti la palla ed evitare le situazioni statiche».
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