L’Apu batte Vigevano e ritrova la vetta della classifica: finisce 62-91

All’Old Wild West bastano un’ottima partenza e un Hickey extralusso per superare la squadra lombarda. Ko con Brindisi alle spalle, Rimini ripresa e Cantù staccata

Antonio Simeoli
Anthony Hickey in versione extralusso a Vigevano foto oetrussi
Anthony Hickey in versione extralusso a Vigevano foto oetrussi

Chiamiamola vittoria della consapevolezza. L’Old Wild West in dieci minuti, anche meno, con una partenza a razzo liquida la pratica Vigevano, vince 91-62 si riprende la vetta della classifica e allunga su Cantù grazie alle concomitanti, e nette, sconfitte di romagnoli e brianzoli nelle tane di Brindisi e Bologna sponda Fortitudo.

Insomma, i pugliesi non fanno sconti, la Effe pure, e al gran ballo nella corsa per la Serie A2 possono rivelarsi alleati mica male per i friulani nella avvincente corsa al primo posto.

L’Apu, come si diceva, parte bene. Canestro da tre di Galassi: fuoco di paglia. Alibegovic gli rende la pariglia con due siluri, poi anche Hickey segna con due triple e un canestro da due facendo capire subito ai lombardi, che giocano con l’aiuto di tifosi appassionati e a un metro dal campo, come c’è tanta voglia di ripartire dopo il ko con Brindisi. Senza Johnson, graziato dal giudice sportivo ma non da Vertemati, che lo fa entrare dalla panchina, l’inizio di Udine è terrificante: 15-3 dopo nemmeno 4 minuti, gragnuola di triple, la zona ordinata da coach Pansa non può molto. Il barbuto Peroni e un po’ il talentuoso Stefanini provano a tenere in piedi i suoi a fine primo quarto: 17-27. Ma per i padroni di casa piove sul bagnato, se Ikangi francobolla Mack, il lungo Smith è uscito per un problema alla caviglia.

Vero, Vigevano getta il cuore oltre l’ostacolo, ma Hickey, che sabato scorso Brindisi per larghi tratti era riuscita a francobollare, qui può agire indisturbato. E quando il play può giostrare i suoi a piacimento penetrando, scaricando per il compagno libero è dura per tutti. L’Apu controlla il match, tanto a volte anche esagerando in leziosismi o provando un passaggio in più per dare spettacolo. Caroti a un certo punto prende un rimbalzo in attacco infilandosi nella tonnara dell’area e Hickey delizia la platea con il solito, pulitissimo, palleggio, arresto e tiro da due, roba da anni Ottanta: la partita pare in ghiaccio, ampiamente sotto controllo. I lombardi non mollano, ci mettono l’anima, sono rabberciati, incerottati, vagamente restano in partita fino all’intervallo con la tripla di Taflaj del 35-45. Vagamente.

Non è una gran partita, Udine ha più classe e ha fatto la sgasata giusta per indirizzare il match. Nemmeno quando per i primi 5 minuti del terzo quarto la squadra di Vertemati fa il compitino tirando solo da tre senza attaccare il ferro, Vigevano riesce davvero a tornare in partita.

Arriva a meno sette punti la squadra di casa, che ha in Stefanini un giocatore chiaramente non ancora al meglio, non ha cambi mentre dall’altra parte c’è Motor Anthony che ricomincia ad andare al ferro e innescare anche la mano calda di Ambrosin. A 1’13” dalla fine del quarto i bianconeri salgono a venti lunghezze di vantaggiom per un 44-64 che sa di sentenza. Il finale di terzo quarto èdi 44-67, la partita è finita.

Pochi a troppi, e pure bravi: questa è stata la partita di ieri. Vigevano, pure senza il pivot americano, quello che poteva far male a Bruttini, Johnson e altri, ci ha messo cuore e grinta, ma ha potuto poco contro una sqiuadra che troppo voleva riprendere la marcia dopo il brutto colpo di sabato contro Brindisi e che sentiva aria di ritorno in vetta e altro allungo su Cantù. Domenica sera arriva Avellino, avanti così. Gli effetti del ko con Brindisi sono stati annullati in un battibaleno come diceva coach Peterson. Mica male. 

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