Apu, il prof Sepulcri è uno specialista delle promozioni: «Ma nello sport non esistono talismani»

Il preparatore atletico in carriera ha vinto quattro campionati a Udine e uno a Gorizia. «Il momento chiave? Dopo Cantù: avevamo cinque infortunati»

Giuseppe Pisano
Il prof Luigino Sepulcri
Il prof Luigino Sepulcri

Gli esperti in promozione è bene averli anche nello staff, oltre che nella squadra. Nell’Apu da serie A c’è un autentico specialista in materia: è il preparatore atletico Luigino Sepulcri, autentica istituzione del basket udinese (e non solo), giunto alla sua quinta promozione dalla serie A2 alla serie A.

Classe 1955, è nel mondo del basket dal 1984. Il suo primo salto di categoria risale proprio alla stagione 1983/1984, con la Gedeco 5-3-5 Udine, poi quelli del 1985/1986 con la Fantoni Udine, del 1997/1998 con la Dinamica Gorizia, del 1999/2000 con la Sanidero Udine e questa con l’Apu.

Sepulcri, si sente un po’ un talismano per il basket udinese?

«No, non esistono talismani nello sport. Esistono il lavoro, la programmazione e soprattutto i giocatori. Sono loro i veri protagonisti delle vittorie».

Però se arrivano così tante soddisfazioni una parte di merito l’avranno anche i preparatori fisici, non crede?

«Sì, ma il lavoro è di tutto lo staff. Daniele Missarelli si è occupato più della preparazione muscolare e il lavoro di gruppo è stato ben programmato. In questa stagione c’è stato un momento chiave, dopo la partita contro Cantù in casa. Ci ritrovammo con cinque infortunati: oltre ai lungodegenti Pini e Stefanelli anche Da Ros, Ikangi e Johnson. Lì si è vista la solidità di società, staff medico e staff tecnico. Nessuno si è allarmato, la fiducia in ciascuna area è stata ripagata. Specie quella di Vertemati che ci disse: “Quanto tempo serve per riaverli al meglio?”. Fu così che si decise di fargli saltare la trasferta di Orzinuovi e la Coppa Italia, per poi riavere Da Ros, Ikangi e Johnson al top a Cremona: da lì iniziò il filotto che ci ha fatto vincere il campionato».

Delle cinque promozioni qual è stata la più bella?

«L’ultima è sempre quella che si ricorda di più. Vincere è un’emozione, ti dà una soddisfazione enorme. Con l’Apu l’abbiamo sfiorata due volte nel 2021 e nel 2022, forse per questo mi regala un sapore speciale».

Lei ha vinto campionati con molte proprietà diverse: Terraneo a Gorizia, Cainero, Snaidero e Pedone a Udine. Pensieri?

«Ho sempre avuto grande rispetto per tutti, perché imprenditori che investono tempo e denaro nel basket vanno soltanto ringraziati. Credo che Pedone con l’Apu stia raccogliendo le soddisfazioni che si merita».

Parliamo dei tecnici di questa “cinquina”. Toth, Bardini, Frates, Boniciolli e ora Vertemati.

«Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi coach. Ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa e ho avuto un bellissimo rapporto con tutti».

Di giocatori ne ha visti tanti. Quali sono quelli che ricorda con maggior piacere?

«Se devo dirne uno in particolare cito Lorenzo Bettarini. Ha saputo smussare la mia rigidità di preparatore proveniente dalla Libertas Udine di atletica leggera. Poi cito volentieri Sasha Vujacic, che da qui ha spiccato il volo per l’Nba, mentre fuori Udine dico Manuel Ginobili, unico per determinazione e voglia di vincere».

Lei nell’estate 2024 stava per lasciare. Per fortuna ha cambiato idea.

«Ringrazio Vertemati e Gracis, oltre che Pedone, per avermici fatto ripensare. Lasciare qualcosa che si ama così tanto è difficile, meno male che mi hanno dimostrato che mollare non era la scelta giusta». —

 

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