Apu, dimentica la vittoria sulla Fortitudo: per la promozione vietato fare calcoli
Da Ros e il successo contro Bologna: «Resilienza e voglia di vincere gli ingredienti. Nessuno ha regalato qualcosa, continuiamo a pensare a una gara alla volta»

Testa bassa e pedalare. In casa Apu non c’è molto tempo per godersi il successo sulla Fortitudo, c’è già da pensare al recupero di mercoledì 2 aprile a Milano. La serie A2 di quest’anno è così, ritmi serrati e tanti turni infrasettimanali. A fare il punto per l’Old Wild West capolista è Matteo Da Ros, uno delle colonne dello spogliatoio bianconero.
La gara contro Bologna è stata giocata con intensità da play-off, concorda?
«Decisamente. Sapevamo che tipo di partita sarebbe stata, anche perché quella contro la Fortitudo è una rivalità molto sentita nell’ambiente. Loro hanno grande fisicità, con gente di stazza come Freeman, Mian e Fantinelli, giusto per citarne alcuni. Ci aspettavamo una battaglia e così è stata».
La vittoria è arrivata grazie a una prova di grande carattere, unita al talento diffuso nella rosa.
«Resilienza e voglia di vincere hanno fatto la differenza. È stata una sfida rapsodica, fatta di parziali. Loro hanno iniziato con grande aggressività e qualche difesa a zona, poi è proseguito tutto con una certa alternanza, in base alle percentuali da tre punti. Nel terzo quarto siamo scappati, nel quarto ci hanno ripreso, ma nel finale, con l’aiuto di un pubblico siamo riusciti a reagire e vincere. Merito della difesa, visto che gli abbiamo concesso solo due punti negli ultimi 5’».
Gli uomini entrati dalla panchina hanno dato un apporto fondamentale, con 30 punti segnati su 81 totali.
«In America vengono definiti “Next man up”. La Fortitudo ha fatto delle scelte molto chiare, raddoppiando sistematicamente Hickey, chiudendo l’area a Johnson lasciando tante triple a chi magari ha percentuali meno elevate. Come dice sempre coach Vertemati, noi ci prendiamo ciò che gli avversari ci lasciano: le grandi squadre sono così, se ci imbrigliano i due americani sono pronti a colpire i vari Caroti, Ambrosin, Pullazi. Anche Bruttini ha fatto tante cose utilissime».
Cosa ci dice di questa Rimini che non molla?
«Come ho sempre detto ai compagni, non dobbiamo guardare a cosa fanno gli altri, ma pensare alle nostre partite e prepararle bene. Siamo artefici del nostro destino, il calendario da qui alla fine è complesso ma non dobbiamo guardare tanto in avanti. Pensiamo all’Urania e basta, consci del fatto che siamo stati bravi a costruire un vantaggio in classifica. Nessuno ci ha regalato nulla, non vedo perché dovrebbe accadere ora».
Che partita si attende a Milano?
«Difficile. Ricordo che l’Urania ci ha messo in grande difficoltà all’andata. Sono passati parecchi mesi, però possono crearci dei problemi di nuovo con i loro cambi difensivi e la loro fisicità. Abbiamo poco tempo per preparare questa partita, dobbiamo essere accorti nel seguire il piano gara dello staff. Si gioca di mercoledì su un campo particolare, ma non dobbiamo farci condizionare».
Contro la Fortitudo avete speso molte energie psicofisiche. Influirà?
«Forse sì, ma in questo momento meglio giocare ogni tre giorni che stare lì a fare elucubrazioni mentali. Andiamo a Milano con addosso l’adrenalina di una vittoria pesante».
Ci pensa che con quattro vittorie siete in A?
«No, anche se so che il traguardo è vicino. Ci attende la salita più ripida, niente calcoli».
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