Barak, un mese di lavoro per tornare quello di prima ma i dubbi rimangono

Un abbraccio al suo cane, inseparabile amico spesso ritratto in foto accanto a lui. È questa l’ultima immagine postata a Pasqua da Antonin Barak sul suo profilo Instagram, là dove bisogna andare per vedere in faccia e riconoscere il volto del centrocampista ceco, il giocatore che con la sua qualità avrebbe potuto cambiare faccia alla stagione dell’Udinese se solo ... non fosse scomparso dai radar a causa di una fastidiosa protusione discale che lo ha portato a un passo dall’intervento chirurgico, poi scongiurato.
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E poco importa che adesso Barak stia, di tanto in tanto, tornando a calcare il campo del Bruseschi, in qualche allenamento differenziato, prima di tornare a lavorare in palestra, perché ormai la sua stagione è andata, finita con soli 329’ giocati e Tudor non potrà averlo a disposizione per le ultime cinque partite salvezza.
Un peccato, certo, specie se il ricordo va alla scorsa stagione, quando proprio il tecnico croato beneficiò delle ultime stoccate di un Barak brillante in autunno sotto la gestione Oddo, con sei gol realizzati in un paio di mesi, e poi scomparso in letargo fino a maggio, quando segnò il gol vittoria a Verona per poi avviare l’azione decisiva del gol vittoria col Bologna all’ultima giornata. Ma almeno il comune è mezzo gaudio per Tudor, perché basta pensare a Davide Nicola, che nelle sue 15 partite al timone dei bianconeri lo ha potuto impiegare solo negli 11’ finali a Ferrara, il 26 dicembre, quando il ceco giocò sotto antidolorifico a quasi due mesi dall’infortunio rimediato il 4 novembre nelle fasi di riscaldamento col Milan.
Quella partita, poi persa per 1-0 Barak avrebbe infatti dovuta giocarla, se non fosse stato per la sofferenza discale lombare accusata pochi minuti prima. Da quel “colpo della strega” è cominciato tutto, anzi è finito tutto, perché a fronte di pacchi di refertazioni specialistiche che ne hanno escluso criticità importanti, inclusa la temuta ernia del disco, Barak in realtà non si è mai ripreso, scegliendo anche di alternare alcune terapie più blande, consigliate da terapisti di sua fiducia, con il protocollo redatto dallo staff medico bianconero.
Morale? L’infiammazione a causa dell’accavallamento del disco basso, che si è fatta sentire ogni qualvolta ha forzato e spinto in allenamento, è rimasta, causandogli un dolore cronico, ma non tale da indurlo all’intervento chirurgico. Quello, per intenderci, a cui ricorse anche tardivamente Gigi Buffon, che per sua stessa ammissione «sprecò tempo» prima di operarsi.
D’accordo, non è mai bene generalizzare e i casi non sono mai tutti uguali, ma Barak all’intervento non ci ha voluto pensare, anche per sua stessa scelta. Il tutto, però, ha pesato, impedendogli di potersi allenare al meglio anche a secco, indebolendo la parte addominale e le gambe, entrambe deficitarie rispetto al volume di lavoro richiesto per l’attività agonistica. Ecco perché servirà almeno un mese di duro lavoro per il ceco, ma a quel punto il campionato sarà già finito.
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