Basket, a tu per tu con il coach Stefano Pillastrini: piace la coppia Redivo-Marks ma «servirà ancora tempo»

Sabato la Ueb affronterà al PalaGesteco l’Unieuro Forlì nel match d’esordio della sua terza stagione in A2. Il tecnico delle Eagles soddisfatto del livello raggiunto finora dai suoi ragazzi

Gabriele Foschiatti
Coach Pillastrini
Coach Pillastrini

Il conto alla rovescia entra finalmente nel vivo. Sabato la Ueb affronterà al PalaGesteco l’Unieuro Forlì nel match d’esordio della sua terza stagione in A2. La sfida inaugurerà la rinnovata arena dei ducali, ormai pronta per accogliere la squadra che questa settimana ricomincerà ad allenarsi tra le mura di casa. Per coach Stefano Pillastrini questi ultimi giorni saranno fondamentali per oliare i meccanismi e concludere il lavoro svolto in queste settimane di preparazione. L’allenatore si è detto soddisfatto del livello raggiunto dai suoi, nonostante un po’ di apprensione per Francesco Ferrari e Lucio Redivo, usciti acciaccati nelle fasi finali del Trofeo “Ferroluce” terminato sabato.

Dopo Verona e Pesaro i test sono finiti: come sta la squadra?

«In un precampionato per noi un po’ povero di partite questo torneo è stato molto importante. I risultati non hanno grande significato in questa fase, ciò che conta è che abbiamo giocato due belle sfide, con l’extra del doppio supplementare contro la Tezenis. C’è stato molto impegno, abbiamo provato diverse cose, riuscendo meglio in alcune e peggio in altre. Ci sono tanti aspetti su cui lavorare, aver testato la condizione contro due squadroni è stato il modo migliore per arrivare pronti all’esordio».

Ferrari si è fatto male con Verona: ritiene che possa recuperare?

«Non è scontato, perché i tempi di recupero dagli infortuni alla caviglia non sono mai chiari, ognuno reagisce a suo modo. Speriamo ovviamente di riaverlo in settimana, ma gli acciacchi fanno parte del gioco e dobbiamo essere pronti anche a far fronte a un po’ di sfortuna».

Un brutto spavento anche per Redivo, dopo quella torsione al braccio.

«Lucio è uscito malconcio, ma confidiamo che non sia niente».

La convivenza tra l’argentino e Marks, comunque, inizia a dare i frutti sperati, non crede?

«La pallacanestro è un gioco di squadra, noi cerchiamo di coinvolgere sempre tutti. Avere due giocatori così pericolosi sul perimetro ci permette spesso di muovere la difesa fino all’ultimo con le rotazioni e questo favorisce tutto il quintetto. È ovvio però che inserire un giocatore così impattante sugli equilibri della squadra non è una cosa che si può fare in tempi molto brevi. Ci vuole pazienza, ogni giorno cerchiamo di coinvolgerlo di più e non ci resta che andare avanti per continuare a crescere».

Come si gestisce un calendario così fitto, con ben 8 turni infrasettimanali?

«Non c’è nessun segreto: dobbiamo lavorare. Abbiamo fatto una preparazione molto impegnativa proprio perché dobbiamo avere una base di resistenza e di allenamento che ci permetta di reggere la frequenza degli impegni. Contiamo poi sulla crescita di tutti i giocatori per poter allungare il più possibile le rotazioni e gestire le energie anche quando ci sono gare ravvicinate».

Quel è l’obiettivo di quest’anno?

«Il nostro obiettivo è sempre quello di vincere le partite. Il campionato è di livello altissimo, tutte le avversarie si sono rinforzate e ce ne sono quattro in meno, quindi il livello si è ulteriormente elevato. Questo ci stimola molto: vogliamo adeguarci e vincere sin dalla prima partita».

Esordire in casa darà sicuramente una mano.

«La nostra gente è sempre una scarica di energia incredibile, persino in trasferta. Contiamo molto su di loro, sul loro inesauribile supporto». —

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