Lotta, difende ma perde: l’Apu sconfitta a Bologna dalla Fortitudo

Finisce con Udine ormai fuori giri perché Mirza e non possono altro che forzare...da tre: 87-81 Senza Gabriel e con Hickey da 26 punti è un peccato. Mortale

Antonio Simeoli

Lotta, difende, segna, prova la fuga, viene ripresa, insegue l’Old Wild West perde partita e primato nella bolgia del PalaDozza, da cui non esce affatto ridimensionata anzi. Perché quando questa squadra tiene botta sotto canestro e a rimbalzo non ha rivali. Quando va sotto non bastano i numeri da Chiara Cainero al piattello. È il basket, arriveranno dei correttivi.

Il riccone, o presunto tale, che in parterre fa il dito medio allo spicchio dei tifosi bianconeri, la Fossa, tifoseria caldissima della Effe, che fa alzare il livello della pressione del palazzo, anche se Aradori e company vengono dalla bastonata di Pesaro. Benvenuti a Fortitudo-Old Wild West.

Udine è senza Pini, ancora out, e con uno spicciolo di minuti da Stefanelli; Bologna è senza Gabriel (ginocchio), mica poco. Ci sono nella Caja band gli ex Mian e Cusin, ma soprattutto “fosforo” Fantinelli concupito in estate da Pedone (in prima fila dietro la panchina), Aradori e Freeman, un manzo che si candida alla lotta con Johnson.

L’Artiglio, come chiamano il coach della Effe allievo di paròn Zorzi, la mette su intensità, agonismo e corsa contando sull’aiuto della bolgia. Che si scatena a una tripla di Mian, uno col dente avvelenato. Hickey infila due canestri siderali e viene insultato dal parterre peggio che nei sobborghi di Medellin. Uno gli fa il dito medio a un metro, lui lo guarda e sorride. Vertemati mette Ikangi sul play fosforo, solo che Iris fa subito due falli e Mian segna ancora.

Gioca al limite la Effe, Caja appena l’Apu prende un fischio a favore insulta gli arbitri. Vale tutto qui. Udine dovrebbe eseguire il piano partita trascinata da Hickey. Facile a dirsi, meno a farsi. Senza un americano e l’ex Cividale Battistini in quintetto, il che è tutto dire, per la Effe corre e mena. Primo quarto 20-16 per Udine con l’8 in nero (Hickey) irreale.

“Vi vogliamo così”, cantano i furlans boys. Solo che l’onda emotiva più che tecnica di casa non può fermarla solo l’8; se le triple non entrano bisogna prendersi punti sotto canestro. Johnson deve limitare Freeman, innescato a dovere dal Fante. E, quando Aradori mette un tiro con due mani in faccia (35-29), capisci che per vincere devi andare ben oltre Cantù, o Desio che dir si voglia. Infatti metà partita: 42-37 per la Effe nonostante le triple di Ikangi e Ambrosin.

Trova le differenze: 22-13 i rimbalzi per Bologna, 9 in attacco. Poi c’è sproporzione tra triple tentate (20) e tiri da due (8). Per il resto, Udine difende tosto, regge, è lì. Ma qui non basta. L’avrete capito che non basta. Si riparte e Aradori fa l’americano, letteralmente, i 6 mila spingono. Fa una faticaccia a rimbalzo l’Apu, soffre da cani, ma con 4 siluri (Ikangi 2, l’8 e Mirza) impatta (51-51). La partita è bellissima. L’Apu se la gioca da capolista affamata. Non perfetta, ma affamata. Difende, lotta. Contro ha rabbia, talento, una cosa che pesa: blasone. “La gente come noi non molla mai”, cantano i friulani. Comunque vada vendono una squadra, con la S maiuscola. Sarà undicesima signori la Effe, ma qui per vincere devi andare oltre. Amrosin allunga, ma il friulano Cusin manda i suoi sotto 64-63 alla sirena con un tap-in forse premonitore. Al tiro al bersaglio vincerebbe Udine, ma il basket non è solo quello sono anche rimbalzi, la Effe ne prende quasi il doppio.

Un air-ball di Da Ros mette i brividi, poi esce dà un calcio alla panchina e rischia il tecnico. Persino Cusin, 40 anni, da sotto fa la voce grossa. Vero, c’è Hickey, c’è la grinta, la difesa, ma si può vincere tirando solo da fuori? Dopo la tripla del sorpasso di Aradori (71-70 a 6’30” dalla fine), Vertemati, che chiama time-out prima che l’ex azzurro tiri, cerca di spiegarlo ai suoi, che no, non si può. Specie qui. Johnson e Bruttini, sì l’ex, segnano da sotto, poi Xavier sbaglia due tiri vitali, e Bolpin regala il sorpasso a 2 dalla fne con una …tripla (78-77).

La nemesi vera e propria. Il rumore del palazzo dopo quel canestro è, onestamente, uno spot per il palazzo e la fine per Udine. Bella, tosta, tostissima, ma che ha pagato il suo peccato originale. Finisce con un’Apu ormai fuori giri perché Mirza e non possono altro che forzare...da tre: 87-81 Senza Gabriel e con Hickey da 26 punti è un peccato. Mortale.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto