Inferno e paradiso, andata e ritorno: colpo grosso a Cento, la Serie A è vicina per l’Apu

Sofferenza, cuore e tifo da brividi: Udine strappa una vittoria vitale con un finale da film

Antonio Simeoli

Vede le streghe, ma ne viene fuori di squadra l’Old Wild West a Cento e ora è ancora più vicino alla Serie A. Perché se vinci una partita così, con Davis che sbaglia il tiro del pareggio allo scadere, l’anno è buono.

Palasport piccolo ma modello gioiellino, qui a Cento, 30 mila abitanti, c’è tradizione. Curvetta attaccata al campo dove la squadra del grande ex Apu Vittorio Nobile (dall’altra parte c’è Bruttini applauditissimo), ha costruito la sua (quasi) salvezza. Eppure, tra il biancorosso di casa che domina (bella la coreografia prima della palla a due), i tifosi bianconeri spuntano da ogni dove, sono oltre 250, ci sono la Gioventù Bianconera, il club Antonutti, tanti altri in ordine sparso. Tifo bipartisan come quello dell’ex assessore regionale Pd, Cristiano Shaurli e dell’onorevole Fdi Walter Rizzetto, che così completa il tris dopo il Carnera di domenica e Milano mercoledì. C’è, ovviamente, il presidente Alessandro Pedone, vestito casual tendente ultras.

Si sente profumo di Serie A, ma l’ambiente a Cento è diverso dal vuotissimo ex Palalido di mercoledì e la squadra emiliana pericolosa attorno gli americani Devoe, ex Verona e Orzi, e Davis dalle cifre importanti. “Benedetto, Benedetto”, il nome del club, cantano gli emiliani. E l’inizio Apu è diverso da Milano. Difende a zona Cento, Benvenuti (come sempre all’Apu) da sotto fa danni.

Dopo 4’ se ne accorgono che è dura i tifosi friulani e si sente il primo “Udine, Udine”. La difesa e l’attacco non vanno (1 su 10 da tre), manca energia: 20-13 a fine primo quarto, in una vera e propria bolgia. Ma non è a un passo dalla Serie A per caso Udine. Orchestra Antonio col numero 8 (Hickey), difesa, contropiede, attacchi più bilanciati: 21-20, primo sorpasso del match dopo 2 minuti e mezzo. Una fiammata di Alibegovic da 5 punti non placa Cento, con un Davis sempre pericoloso, perché gli ospiti sbagliano troppi tiri “facili” (da Ros tre tiri liberi out) e sono un po’ frenetici. Insolito, ma forse è il prezzo di chi vede il traguardo a un passo.

Intervallo: 36-31 per l’Apu, che prende meno rimbalzi e tira male, 5 su 19 da tre, ma i rivali fanno peggio con 8 tentativi dalla lunga distanza falliti e ben 9 palle perse. La differenza? Hickey gioca per Udine, gira tutto intorno a quello. Ovviamente Rimini, con un occhio a Cento, vince facile con Vigevano, era previsto.

Si riparte, tripla di Ikangi, schiaccione di Johnson, ma gli americani di casa non ci stanno e Xavier fa il terzo fallo. È una partita da vincere soffrendo, con un rimbalzo in attacco di Johnson, una palla recuperata, un fallo preso, una difesa di squadra. Perché l’Apu, alla terza gara in 7 giorni, fa fatica, troppi tiri da tre come spesso accade. Gioco monocorde. La bolgia sale. Cento a fine terzo quarto crede nell’impresa. Ma Antonio l’8 fa 4 punti di fila e in mezzo recupera una palla: 52-48.

Entrare a canestro è un’impresa, le triple all’Apu non entrano. La difesa non è la solita. Manca energia. E Cento inevitabilmente mette la freccia a 8’ dalla fine. Ci sono troppi bianconeri sotto tono, che continuano a tirare da tre e sbagliare. Quando Davis fa esplodere il palazzo con un siluro da 9 metri. A 7’32” Udine, forse inaspettatamente, si trova spalle al muro, sotto di tre. Con una partita da ri-vincere, senza alternative alle triple, e il fiato sul collo di Rimini pronta a venire al Carnera domenica per l’aggancio-sorpasso. “Udine, Udine” ci credono i tifosi. Sotto canestro è una tonnara. Hickey è l’unico che vede il canestro, ma non può fare tutto lui. A 5’ dalla fine è 59-59 pari. In una bolgia.

Johnson mette una tripla vitale dall’angolo, lo imita Devoe. Hickey segna, Davis pareggia e Alibegovic esce per 5 falli a 3’ dalla fine. Udine perde palla, non riesce a tirare. Boccheggia l’Apu. Si aggrappa a tutto quello che ha. Sorpasso Davis. Caroti pareggia, Benvenuti segna, anche Johnson: 50” alla fine. E sorpassa a 18” dal termine: 70-68. “Udine, Udine”. Serve una difesa, alla Apu. Una. Caroti è costretto al fallo su Davis a 5” dalla fine. Primo libero sbagliato, secondo dentro. Fallo su Caroti a 4,5” dalla fine: glaciale. 72-69. “La gente come noi non molla mai” canta lo spicchione. Tiro di Davis lungo: finisce 72-69 per Udine. “Salutate la capolista” cantano. Vedere l’inferno e svegliarsi con un piede e mezzo in paradiso.

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