Calciopoli: nel processo entrano 75 telefonate, una è sull’Udinese
È quella del tecnico Spalletti al designatore Bergamo. Così gli avvocati di Moggi coinvolgono undici club

UDINE.
C’è anche la chiamata di Spalletti – allora allenatore dell’Udinese – al designatore Paolo Bergamo tra le nuove intercettazioni che i difensori di Luciano Moggi hanno chiesto al giudice di ammettere al processo che si sta tenendo a Napoli e che ieri ha vissuto una giornata di fuoco. Si tratta della telefonata diffusa già negli scorsi giorni e che – stando alle voci che rimbalzano in Friuli dal capoluogo campano – sarebbe davvero marginale, ma che gli avvocati Prioreschi e Trofino hanno voluto portare all’attenzione dell’opinione pubblica e dell’aula per dimostrare che praticamente tutti gli addetti ai lavori, non solo Moggi, allora contattavano in privato i designatori (l’altro era il torinese Pairetto), visto che per regolamento era possibile farlo.
Così hanno “bussato” con in mano la trascrizione di altre 75 telefonate per coinvolgere un totale di undici delle venti squadre allora iscritte al massimo campionato: oltre a Juventus, Lazio e Fiorentina anche Inter, Milan, Roma, Palermo, Cagliari, Bologna, Reggina e Udinese.
Tutta polpa per gli 007 della federazione: un fascicolo è già stato aperto, adesso il pool investigativo della Figc dovrà valutare se avviare o meno un’inchiesta sportiva che potrebbe portare a un nuovo processo dove gli atti del procedimento penale in corso di svolgimento a Napoli potrebbero recitare la parte del leone, coinvolgendo anche le società uscite pulite dalla prima ondata di Calciopoli.
Tutta teoria, a dire il vero, anche se i tifosi della Juventus, la “curva” del processo napoletano, ci credono ancora, ipotizzando – attraverso il tam-tam della rete, dei forum internet – una possibile sentenza sui “nemici” dell’Inter e la loro slealtà sportiva (in violazione dell’articolo 1 del codice di giustizia sportiva) ignorando l’argomento prescrizione: tutto quello avvenuto prima del 30 giugno 2005 non è perseguibile.
Un argomento che dovrebbe tranquillizzare anche i tifosi dell’Udinese. La telefonata fatta dal buon Luciano (Spalletti) a uno dei due designatori sarebbe dunque acqua fresca dal punto di vista sportivo.
Allora le chiamate si potevano fare (ora non più), bastava non “disturbare” gli arbitri. Lo dicono anche gli avvocati di Moggi, per riabilitare il proprio assistito. L’impressione è che la “battaglia” sportiva si giocherà piuttosto su altri campi: in ballo sembra essersi la revisione della sentenza del 2006, emessa in fretta e furia, con il campionato alle porte, dalla federazione. E quindi gli scudetti revocati alla Juventus (due) e quello assegnato all’Inter (uno). Senza dimenticare la squalifica a Moggi. Ma anche il nuovo designatore, Pierluigi Collina, arbitro in area Inter – a sentire le intercettazioni – e amico pure del “manovratore” del Milan, Meani, potrebbe pagare dazio con le dimissioni.
Insomma, un effetto domino: riabilitazione del “mostro” Moggi, riassegnazione dei tricolori alla Juve (con tante scuse: ci eravamo sbagliati, o giù di lì), addio di Collina. E tutti al via del prossimo campionato, felici. O almeno facendo finta. Calciopoli resta comunque una pagina triste del nostro pallone, anche se adesso siamo più tranquilli perchè Bergamo ha garantito: alle famose cene, a casa sua, «non si facevano imbrogli, si gustavano solo le portate», quelle della signora, immaginiamo. Ci manca il sorbetto, signor Bergamo. Per digerire l’anacronistica figura del despota-designatore che ancora ci tormenta si può fare solo questo.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto
Leggi anche
Video