Calciopoli, spunta anche l’Udinese con una telefonata di Spalletti

Allora i friulani lottavano per il quarto posto: arrivò alla fine davanti alla Samp per un solo punto
UDINE.
Anche l’Udinese rischia di essere coinvolta nella nuova trance di Calciopoli. Tra le intercettazioni telefoniche il cui file audio è stato trascritto dalla difesa di Luciano Moggi nel processo che si sta celebrando a Napoli ci sono anche i colloqui attraverso il cellulare intercorsi tra l’ex allenatore della squadra bianconera Luciano Spalletti e l’ex designatore degli arbitri Paolo Bergamo.


La telefonata risale al al 12 maggio 2005, cioè qualche giorno prima la 17ª giornata di ritorno di campionato nella quale l’Udinese pareggiò al Friuli per 1-1 con la Sampdoria. Un risultato che permise in pratica alla formazione bianconera di conquistare il quarto posto della classifica proprio a spese dei doriani per un punto e la storica qualificazione alla Champions League.


Insomma, invece di sgonfiarsi il caso nato dopo la pubblicazione di una serie di nuove e inedite intercettazione ora rischia di allargarsi a macchia d’olio coinvolgendo personaggi e società che nel 2006 non erano stati minimamente sfiorati dalle inchieste.


Comunque a questo punto saranno i prossimi passi degli organi di giustizia sportiva a determinare un eventuale apertura di un nuovo capitolo di Calciopoli. Perchè la Figc vuole fare chiarezza come ha precisato il presidente Giancarlo Abete.


Il riemergere delle vicende di cronaca su Calciopoli non poteva non trovare spazio nel Consiglio federale di ieri. «La decisione di assegnare lo scudetto all’Inter fu presa dal commissario della Federcalcio, Guido Rossi – ha spiegato Abete – ma a monte c’era una sentenza della giustizia sportiva che cambiò la classifica, penalizzando alcune squadre. La base di partenza per un’eventuale decisione, anche in futuro, rimane la giustizia sportiva. Certo, voglio conoscere a fondo la questione e capire i motivi della decisione di Rossi, ma non per discuterla bensì perchè è mio dovere farlo».


Intanto, mentre il Procuratore federale, Stefano Palazzi, cerca di scoprire se esiste materiale per dare corpo a un altro filone d’inchiesta, che comunque decollerà dopo l’udienza del processo di Napoli, previsto martedì, nella quale potrebbero emergere nuovi elementi, l’ordinamento di giustizia sportiva potrebbe poi anche trovarsi di fronte a eventuali prescrizioni.


«È chiaro che i comportamenti illeciti sono soggetti a prescrizioni – ha aggiunto Abete – ma non è così per i comportamenti morali. Adesso la procura si muove in maniera diversa rispetto a qualche anno fa. Se ritiene di fare un’inchiesta la fa, poi valuta se c’è ipotesi deferimento, e preso atto di sopravvenute prescrizioni le evidenzia in chiusura di fascicolo. Dunque anche la chiusura con prescrizione ha una sua valenza». Come dire che lo scenario che si prefigura è un’apertura di fascicolo comunque, ma al momento con l’ipotesi di chiusura per prescrizione.


Al centro dell’attenzione e non poteva essere altrimenti la presa di posizione della Juve, che con una nota ufficiale ha chiesto parità di trattamento per tutti i soggetti. «Abbiamo la responsabilità di garantire pari rispetto. È impensabile che non sia così – ha tuonato –. La richiesta della Juve è naturale, così come la nostra risposta. Noi dobbiamo dare garanzie a tutti i soggetti e assicurare loro pari dignità. La Figc avrà un ruolo super partes e non si farà tirare per la giacchetta da nessuno».

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