Calori: «La squadra gira è un dovere crederci»

Il capitano della prima Udinese europea analizza la corsa per i posti che contano: «Cambio marcia nel ritorno, proprio come accadde con la nostra qualificazione»

UDINE. «Questa Udinese ha il dovere di credere nell’Europa». Alessandro Calori, capitano della prima Zebretta che nella stagione ’96-’97 timbrò per la prima volta il passaporto continentale, sabato sera era al Friuli e ha ammirato «una squadra in netta crescita».

Giovani. La differenza, rispetto a qualche mese fa, la stanno facendo i giovani. Calori ne è convinto: «La squadra è in crescita perchè si è alzato il livello di rendimento di parecchi elementi. I giovani che nella prima parte della stagione erano titubanti, adesso viaggiano sicuri, hanno trovato sicurezza». E di conseguenza viene evidenziato anche il lavoro dello zoccolo duro: «Sì, perchè parliamoci chiaro - osserva Calori -, alla fine la ciliegina sulla torta la mette sempre Di Natale».

L’ex capitano bianconero, oggi allenatore del Brescia stasera impegnato contro il Verona in una sfida che sa di play-off promozione, è rimasto impressionato da Pereyra e Zielinski: «Il primo ha preso una confidenza importante con il ruolo, il polacco lo conosco meno, però ha dimostrato personalità e talento. L’Udinese, tanto per cambiare ha dimostrato di saper pescare bene».

Condizione. Da Pereyra a Zielinski, da Basta a Gabriel Silva senza dimentica Muriel: Guidolin ha messo in sieme una bella batteria di giocatori di “gamba” dietro ai quali è dura stare dietro: «Queste qualità - fa notare Calori - sono evidenziate ancor più da una condizione fisica importante. L’Udinese in questo momento sta sicuramente meglio delle dirette concorrenti». L’Inter ha battuto il Parma senza convincere, la Roma si è impantanata all’Olimpico contro il fanalino di coda Pescara e adesso il quinto posto è distante solo due lunghezze: «A questo punto tutto è possibile e visto che la squadra gira in questo modo il gruppo ha il dovere di crederci. Ci sono le condizioni ideali».

Confronto. Fare paragoni è sempre difficile ma «il cammino di questa squadra - spiega Calori - assomiglia a quello della prima Udinese europea». Lui di quel gruppo era il capitano: «Cambiammo marcia e prendemmo fiducia dei nostri mezzi nel girone di ritorno e fummo protagonisti di un grande finale». Nelle ultime 10 giornate arrivarono 8 vittorie, un pareggio e una sconfitta. Un’impresa che la squadra allenata da Guidolin è chiamata a ripetere.

Tecnico. A proposito di quello che ormai da qualche anno è un suo collega, Calori concorda con il Guido quando sostiene che l’annata in corso va catalogata alla voce “straordinaria” al pari delle due precedenti. «D allenatore - spiega Alessandro -, so quanto sia difficile ricostruire con a disposizione tanti giocatori nuovi. All’inizio ci sono poche certezze e bisogna dare ai giocatori sicurezze. E siccome nel calcio non c’è nulla di scontato Guidolin fa bene a rimarcare determinati concetti».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto