Capitan Confente: ciao Apu, farò l’impiantista con papà

«Gsa ambiente splendido, ma a 29 anni ho il treno del lavoro che passa e tira». «Chiudo con la mia prima promozione in carriera, tiferò per la squadra in Dnb»
Udine, 09 dicembre 2012..Basket - Dilettanti..Udine vs Gorizia..Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone
Udine, 09 dicembre 2012..Basket - Dilettanti..Udine vs Gorizia..Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

UDINE. Andrea Confente, nato il 9 dicembre 1984, dice stop. E’ finito il tempo dei giochi, non a 5 cerchi: a lui ne bastava uno, il canestro. Fa una scelta di vita, professionale. Il capitano dell’Apu Gsa Udine, neopromossa in Dnb, lascia il basket.

Andrea, è vero che smetti?

Ho deciso, è la fine di un’epoca: basta con il basket. Lavoro con mio padre e, mi tocco, va piuttosto bene. La Dnb richiede più tempo per allenarsi che la Dnc, non è più conciliabile. A 29 anni ho una prospettiva di lavoro con una società che opera in Italia e nel mondo nell’impiantistica, mattone escluso. Rimarrà il ricordo dell’ultima gara di finale vinta a Montebelluna, ci sta di chiudere così: come i grandissimi, anche se non lo sono.

Stop sulla cresta dell’onda.

Mai avevo vinto un campionato. Così come fino alla stagione scorsa mai ero retrocesso. Gli ultimi due anni sportivi sono stati agli antipodi.

Inizi a Tricesimo.

Sì, poi a Cividale di Ivancich e nell’Ubc di Tomada, quindi a Laipacco con Milani: sono stati tre decisivi per me. Prima di approdare alla Snaidero.

Facendo anche l’Uleb cup.

Dopo 5 presenze in A 2001 - ’02, tutte le trasferte europee 2002 - ’03 con Pillastrini coach. Peccato che andò via, esperienza fantastica con lui che aveva scommesso su di me.

La trafila da senior?

Tante tappe: Imola in B1, Roseto in A con Spahija coach e Martelossi vice. Lì mi sono rotto un ginocchio e ho finito l’anno in C2 alla Cbu di Davide Micalich. Quindi, Gorizia in B1, Trento in B2, Omegna in B1, Falconstar e Catania in B2: dalle Alpi alle piramidi. Infine, alla Nbu in C1, all’Apu in Dnb e, dulcis in fundo, in Dnc.

Ricordi più belli?

Alla Nbu con Bravin e ora con Munini, è impagabile giocare con i migliori amici.

Ora lo stop.

Smettere non è facile. Il merito è di coach Paderni, Dus (Micalich, ndr) e del presidente Pedone, che ha permesso all’Apu di continuare. Hanno messo su una società invidiata e invidiabile per clima in squadra. Sono orgoglioso di avere fatto parte quest’anno di rinascita e rilancio del basket a Udine. E’ un onore avere vinto il campionato con l’Apu.

Con te migliore capitano del mondo, a detta di coach Paderni a fine finale vinta.

Rapporto fantastico: lo apprezzo come persona, è un amico. Abbiamo vinto tante gare punto a punto perché l’abbiamo avuto sempre dalla nostra. Si fatica a trovare uno serio e responsabile come lui, con due attributi così. Ha tutte le qualità. Anzi, una gli manca: non è un ruffiano come tanti altri allenatori. Ci mette la faccia, i risultati sono in gran parte merito suo. Oltre che dello sponsor Gsa, di Pedone che ci ha messo i soldi per continuare con squadra e staff che sono un gruppo splendido.

Di cui rimarrai tifoso?

Sì, e andrò a tirare un po’ con loro, se potrò. Saluterò e ringrazierò di persona, Pedone in testa. Mi hanno trattato come un figlio. Avevo ancora un anno di contratto e me ne hanno offerti 3, con i tempi che corrono. Hanno cercato di convincermi in tutti i modi a restare. La scelta, però, è fatta, a malincuore. Mi mancheranno i compagni, lo spogliatoio.

Non giocherai proprio più?

In campetto di sicuro sì. Ho un bel treno che mi passa davanti, un lavoro che mi piace e ricco di responsabilità. Se avrò crisi di astinenza, vedrò.

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