Capodanno al caldo per Bolzan ma quanta fatica

Il timoniere di Romans passerà l’inizio dell’anno in Australia Partenza lampo dal Sudafrica, poi la regata si è complicata
MELBOURNE. Una partenza bruciante in questa terza tappa della Volvo Ocean Race, dal Sudafrica, da Città del Capo, a Melbourne, in Australia, ma questa volta il mare, quello più duro, non ha dato del tutto ragione a Team Brunel di Alberto Bolzan. Arriverà infatti oggi al traguardo australiano della Vor, dopo che il successo di tappa è stato conquistato dagli spagnoli di Mapfre. Che consolidano il loro posto in testa alla classifica, davanti ai franco-cinesi di Dongfeng. Nel corso del più recente contatto, il velista friulano aveva lamentato che Team Brunel non era riuscito a rimanere nell’area interessata dai venti forti e gelidi del sud. Detti dai naviganti Quaranta ruggenti e Cinquanta urlanti per rendere l’idea delle peggiori difficoltà dell’Oceano del Sud. Venti, che li avrebbero sospinti di poppa anche nell’ultimo tratto, verso l’Australia. Mapfre aveva scelto di rischiare ancor di più di Team Brunel, e di navigare ben oltre il limite delle acque sicure dell’estremo sud. Con il concreto pericolo di imbattersi, specialmente di notte, negli insidiosi frammenti di iceberg, spesso delle dimensioni di un container. Mentre Dongfeng aveva adottato una vecchia tattica, che un tempo sarebbe consistita semplicemente nello spegnere le luci di via: ha oscurato il trasmettitore Gps per rendersi invisibile agli avversari, ma anche agli organizzatori. Per non svelare la propria posizione e la rotta prescelta. Entrambe, hanno trovato il vento più forte. Mentre, come si vede anche nella foto natalizia di Alberto, Team Brunel ha navigato, suo malgrado, in acque ben più tranquille, e con vento leggero. Senza poter esprimere le proprie potenzialità velocistiche e dare corpo alle velleità di un team che non smette di puntare in alto. Ma che per il momento non ha avuto la fortuna dalla sua parte. I vincitori di tappa di Mapfre, per loro la seconda consecutiva, hanno percorso 6 mila 622 miglia in 14 giorni a quasi 19,5 nodi di media, 35 km/h. Il che significa che anche Alberto ha veleggiato a una media analoga. «È stata una tappa dura e stancante, la prima parte con tanto vento e mare grosso - commenta Bolzan – che poi è calato a 20/25 nodi, e navigando sempre all’estremo sud abbiamo fatto un sacco di strambate (virate con il vento in poppa)».


Si tratta di una manovra rischiosa, che implica il rapido e violento passaggio della randa, la vela principale, e del boma, il suo supporto inferiore che sfiora la coperta, da un lato all’altro della barca. Con grossi rischi per l’equipaggio. Infatti una velista su un’altra barca è rimasta seriamente infortunata in una di queste manovre compiute ad alta velocità di navigazione. «Una rotta stancante verso sud - ricorda Alberto - che ha comportato tanta fatica, e ci ha lasciato il tempo per poche ore di sonno, impedendoci di recuperare la stanchezza». Team Brunel, causa il calo del vento, nonostante la tenacia e la preparazione dell’equipaggio ha perso il contatto Vestas, la barca danese e statunitense con la quale condivide la sfida per il terzo posto. Ma non siamo arrivati nemmeno a un terzo di questa Volvo Ocean Race. C’è quindi ancora tempo per recuperare.


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