Cason di Lanza chiama un acuto di Pellizotti

Il campione d’Italia deve recuperare oltre 5 minuti in classifica generale «Devo inventarmi qualcosa, altrimenti sulla salita finale sarà un affare tra i big»
Di Antonio Simeoli

CORDENONS. Suo padre Giacomo ricorda ancora quando da piccolo con la gerla portava i viveri nel casolare di famiglia sulla strada del Cason di Lanza sopra Paularo. Oggi Franco Pellizotti forse ci penserà quando affronterà la salita di casa, tre anni dopo aver visto passare il Giro da bordo strada per la squalifica enlla sua Carnia. La Val d’Incarojo, infatti, è da giorni vestita di rosa per il ritono della carovana e natuiralmente per salutare il suo concittadino. La madre Liliana è invece della vicina valle di Arta, piccola comunità, tra l’altro proprietaria dei terreni a Cason di Lanza. E allora è naturale pensare a un campione d’Italia, in classifica in ritardo di poco più di 5 minuti da Nibali, intenzionato ad accendere la miccia proprio sulla salita amica. Il suo ex compagno di squadra alla Liquigas, Enrico Gasparotto, addirittura da giorni indica l’atleta 35enne dell’Androni Venezuela come uno dei favoriti della tappa odierna assieme a Bertancur e a Scarponi. E allora? «Allora - spiega Pellizotti nel ritiro veneto (ci risiamo! di Spresiano) - spero anch’io di fare una grande tappa. Tuttavia, non credo che sul Cason di Lanza la gara si infiammerà. Bisognerà aspettare la salita finale, il tratto con pendenze oltre il 16 per cento. Lì ci saranno gli attacchi dei più forti e spero di essere alla loro altezza. Dovrò inventarmi qualcosa prima, perchè in questa fase del Giro sento di non essere ancora a livello dei più forti in salita». Le motivazioni però per l’atleta friulano sono enormi. Torna nella sua terra dopo essere uscito soltanto nel maggio scorso da una squalifica di due anni per doping. Lui, dichiaratosi sempre innocente, è tornato in gruppo e ha subito vinto il Tricolore. «Primeggiare in un corsa di tre settimane - spiega il suo team manager, Gianni Savio - è però altra cosa che una gara di un giorno come il campionato italiano. Franco però sta bene, del resto è un fondista e le sue tappe devono ancora arrivare. Ce ne sono tante adatte a lui, vedrete che risalirà anche in classifica generale». Forse già da oggi, anche se lui tiene un profilo basso dopo la crono in sofferenza e le difficoltà in salita il giorno dopo a Firenze. Avesse ragione Gasparotto? Beh, papà Giacomo, quello della gerla, sarebbe al settimo cielo. E a Paularo e Arta una giornata magnifica diventerebbe indimenticabile.

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