“Ciano” Freschi, il basket a Udine da quarant’anni

Il dirigente accompagnatore segue le sorti dell’Apu dai tempi della Fantoni  «Quando Dada Pascolo arrivava in bici. I più forti? Larry Wright e Charlie Smith»

UDINE. Per certi versi è il basket a Udine da quarant’anni. Esagerato? Andate a chiederlo ai centinaia di giocatori del basket udinese che in questi anni hanno indossato la casacca bianconera o arancione del Friuli dei canestri. No, Luciano Freschi, 70 anni da Colugna, è la palla a spicchi a Udine. È l’accompagnatore della Gsa, lo era stato della Snaidero e, con la Fantoni, aveva fatto il dirigente delle squadre giovanili. La sua storia è uno spot per i migliaia di volontari che in Italia mandano avanti lo sport. Inizio. Lasciamo fare a lui. «Lavoro come tornitore alla Solari - spiega - sono amico di Giampiero Savio che mi trascina nel mondo del basket. Vado un po’ a vedere le partite, mi appassiono, poi conosco una persona straordinaria come Enzo Cainero, che negli anni ’80 ha in mano il basket a Udine». Inizia l’avventura da accompagnatore nel settore giovanile. «A Cainero non sfuggiva nulla - dice - contava anche le 5 lire». Poi Freschi fa una cosa che ti rimane impressa. Comincia a ricordare uno per uno tutti i giocatori che ha visto crescere. Tra i tanti: Marco Maran, Di Leo, Sguassero, Feruglio, Zampa, Comuzzo, Claudio Bardini. L’abbiamo visto a Jesi la scorsa settimana, durante la sfortunata tre giorni di campionato e Coppa. E ogni volta che ci vedeva ti ricordava altri nomi: «Larry Wright, Jerome Allen gli stranieri più grandi - spiega - Strickland e Wallace i più “matti”». Poi con “Ciano” riparte la “rumba” di altri dirigenti da ricordare: «Rino Snaidero, Flavio Pressacco, la famiglia Fantoni, Edi Snaidero, Alessandro Zakelj, Paolo D’Angelo, Davide Micalich, Alessanro Pedone, Lorenzo Bettarini». Ha paura di dimenticare qualcuno dei suoi ragazzi, ricorda il gruppo dei 1985, Bortoluzzi, Munini, Confente, Venuto, Gozzi». Poi ti spiazza. «Una volta Tonino Fuss venne a cena a casa mia e mia madre alzò il tavolo con dei mattoni per quanto era grande». E il suo idolo? Facile: “Dada” Pascolo. «Se a Coseano perdeva la corriera arrivava a Fagagna in bici e noi lo andavamo a prendere per l’allenamento con la Snaidero». La Gsa? «Micalich mi ha chiamato all’inizio del progetto, questa è una squadra di valori. E dal momento di difficoltà saprà venire fuori». Gli vogliono tutti bene. Chiediamo a Mauro Pinton due cose su Freschi. Lui sorride. Lo guarda con rispetto e amore. Non serva aggiungere altro.

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