Como-Udinese 4-1: una serata più nera che mai
Kamara regala il vantaggio dopo pochi minuti, poi raddoppia Strefezza a fine primo tempo. Payero illude, poi i padroni di casa la chiudono con un autogol di Bijol e Nico Paz
Finisce con un Como irridente che cerca di segnare il quinto gol nel recupero di una partita finita da tempo e l’Udinese che schiuma rabbia per una serata più nera che mai. I bianconeri restano decimi, ma se non cerchi di importi in casa di una neopromossa con una difesa a dir poco ballerina, allora vuol dire che l’ambizione è finita nel cassetto. Un titolo? Come dimostrare che la solidità difensiva non la fa il modulo, ma la mentalità. Potrebbe essere una tesi a Coverciano, con la prestazione dell’Udinese in allegato, un filmato da leccarsi i baffi per cultori della tattica.
Preoccupato dall’equilibrio che verrebbe a mancare con una punta in più, Runjaic ha disegnato uno scontatissimo 3-5-2 che è andato in barca dopo pochi minuti e non riuscito a rimettersi in linea di galleggiamento per tutto il primo tempo. Resta un mistero perché, senza l’unico vero titolare tra gli esterni, Ehizibue sulla destra, infortunato, mister Kosta non abbia colto la palla al balzo per smazzare un modulo più offensivo, considerando che il 3-5-2 ha un suo significato quando si hanno due razzi sulle fasce laterali.
Rui Modesto, praticamente al primo vero esame, e l’incorreggibile Hassane Kamara non hanno nè la sapienza tattica, nè il cuore per puntellare un sistema di gioco che gira a meraviglia se ha Nahuel Molina da una parte e Destiny Udogie dall’altra, o chi per loro, visto che dopo la loro esplosione in bianconero adesso giocano al “piano di sopra”, in squadre come Atletico Madrid e Tottenham che frequentano il salotto buono delle coppe europee.
L’Udinese ha altri punti d forza, bisognerebbe sfruttare quelli. La gamba degli interni Lovric e Payero, il gioco aereo di Lucca, uno che supportato da Sanchez e Thauvin potrebbe essere ancora più dominante.
Ecco a cosa ha rinunciato Runjaic dall’inizio per scivolare come Kamara in occasione del gol di Diao dopo 5 minuti. E visto che lo spettacolo di pattinaggio è proseguito per tutto il primo tempo il franco-ivoriano deve aver sbagliato anche tacchetti, particolare illuminante se riferito a un giocatore di 30 anni suonati. Non puoi mai sapere cosa ti può dare. Nel bene e nel male. E tutto questo, se permette mister Kosta senza sconfinare nella tattica, non è un sinonimo di solidità. Anche nella configurazione con i “tre giganti”, Kristensen, Bijol e Solet, come si è potuto osservare anche in occasione del raddoppio lariano, quando il pallone ha ballonzolato in modo pauroso al limite dell’area per poi finire sul piede di Strefezza.
Nell’intervallo Runjaic decide di aver visto anche troppo da Kamara e inserisce Zemura, poi valuta che il gioco insipido in fase offensiva nella frazione iniziale sia dipeso da Sanchez, obiettivamente poco incisivo, ma anche fuori ruolo. Dentro Lucca e avanti con il 3-5-2. Succede così che l’Udinese fa pesare immediatamente il proprio fisico e nel giro di cinque minuti accorcia le distanze. L’atteggiamento e diverso, d’accordo, ma era Rui Modesto l’uomo da cambiare, visto che capita proprio sul piede dell’angolano il tiro che avrebbe rmesso la partita in parità.
Da quel momento la partita diventa una corrida. Il “torero” Cosso sventola cartellini rossi a caso (per doppia ammonizione), prima a Goldaniga, poi a Solet. L’avevamo già visto in grande difficoltà durante una placida Udinese-Salernitana di Coppa Italia, non vale la Serie A. Nel marasma il Como va a nozze. Tiene lontano il pallone dall’area e riparte trovando più spazi in dieci contro dieci. Manca il doppio fiocco sulla partita. il primo lo mette un cross di Fadera che Bijol devia nel sacco, il secondo Nico Paz per chiudere il conto. Quattro gol subiti, alla faccia degli equilibri. —
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