Cordenons, parla Mian: "Io, esonerato vittima di un complotto"
CORDENONS. Mai scontato. Nemmeno dopo il divorzio. Massimo Mian aveva cominciato la sua avventura a Cordenons parlando di filosofia e dell’importanza del collettivo. Lasciando di stucco le tante menti pragmatiche che orbitano in serie D. Il giorno dopo essere stato sollevato dall’incarico, alla vigilia di un derby-spareggio che vale la salvezza, l’ex tecnico granata non si nasconde dietro frasi di circostanza. E nemmeno nel silenzio che di solito accompagna, almeno nell’immediato, il destinatario di un esonero.
Complotto. Mian sceglie, come altre volte nel corso della stagione, la schiettezza. Forse anche troppa: «Sono amareggiato per quanto accaduto, ma non posso dirmi stupito. Era da mesi che qualcuno stava lavorando per arrivare al mio allontanamento. Alla fine ci è riuscito». Chiedere chi, è d’obbligo: «Di certo – risponde Mian – non mi riferisco ai tifosi, ma a qualcuno che ha voce in capitolo all’interno della società. E non parlo del presidente Polotto, che ringrazio per l’opportunità datami di allenare in serie D».
La svolta. Una categoria che il Cordenons di Mian sembrava destinato a mantenere senza patemi. Invece il calo finale (un punto nelle ultime 5 partite) è costato il quartultimo posto e lo spareggio del 21 maggio. «I risultati – continua Mian – sono il frutto di tanti fattori. Anche i giocatori, evidentemente, avevano respirato il clima particolare attorno a me. Mi prendo le mie responsabilità, ma non sono le uniche. E in ogni caso a Noale, pur perdendo, avevo visto un atteggiamento diverso rispetto all’ultimo mese. Un aspetto che mi rendeva fiducioso per la sfida di Tamai».
Rabbia. A proposito, Mian si spinge già dopo il derbissimo: «Comunque vada non voglio essere tirato in ballo. Sarebbe ingiusto dire che il Cordenons si è salvato perché non ci sono più io e allo stesso tempo, in caso di retrocessione, affermare che il mio esonero è arrivato troppo tardi. Se qualcuno lo facesse, mi arrabbierei molto».
Messaggi. Il futuro? «Penso di aver dimostrato di poter allenare in serie D. Mi auguro la pensi così anche qualche presidente». Un messaggio al suo successore Gianpietro Leonarduzzi: «Non so cosa dirgli. Forse era lui, molto più esperto di me, che avrebbe dovuto parlarmi di più. Comunque sia faccio a lui e ai ragazzi un sincero in bocca al lupo per il 21. Sarebbe una salvezza meritata».
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