Crolla a terra con le convulsioni, salvato dai compagni di squadra: “Ora giriamo l’Italia per promuovere i corsi di primo soccorso”

Quattro ragazzi della YouBasket, con mezzi a dir poco singolari, viaggeranno e racconteranno la loro storia
Enri Lisetto
Alla “spedizione”, 1.700 chilometri da percorrere in una settimana, saranno in quattro: Carlo Sist, che fu salvato dai compagni di squadra, il presidente di YouBasket Fabio Pessotto, Andrea Colussi che materialmente praticò le manovre a Carlo, e Giacomo De Chiara, pure presente la sera del malore
Alla “spedizione”, 1.700 chilometri da percorrere in una settimana, saranno in quattro: Carlo Sist, che fu salvato dai compagni di squadra, il presidente di YouBasket Fabio Pessotto, Andrea Colussi che materialmente praticò le manovre a Carlo, e Giacomo De Chiara, pure presente la sera del malore

In scooter in giro per l’Italia per sensibilizzare il mondo dello sport, e del basket in particolare, a dare la giusta attenzione al primo soccorso in campo e per raccogliere fondi per calmierare i costi dei corsi per l’utilizzo del Blsd. È quello che farà la squadra minors di prima divisione YouBasket di Pordenone. A poche ore dal lancio dell’iniziativa benefica sono piovuti centinaia di inviti: «Ben oltre le aspettative», dice il presidente della società Fabio Pessotto.

Tutto nasce all’inizio della stagione sportiva di tre anni fa, una serata di ottobre 2019 che avrebbe potuto avere un epilogo drammatico.

Durante un allenamento nella palestra di Roraigrande, Carlo, centro di 24 anni, il più giovane, crolla scosso dalle convulsioni. Due compagni intuiscono che è in corso un arresto cardiaco e intervengono fornendogli il primo soccorso appreso nei corsi Blsd, il coach chiama l’ambulanza mentre gli altri spianano la strada ai soccorritori. Massaggio cardiaco, respirazione bocca a bocca, defibrillatore, le sirene e poi “solo” la speranza. «Passammo la notte fuori dalla terapia intensiva. Durante le fredde notti successive, mentre passavamo ore e ore ad aspettare notizie, ragionammo su quanto il corso Blsd per l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico, che avevamo fatto in cinque soltanto due settimane prima, ci avesse dato l’opportunità di tentare di salvare non una persona, ma un compagno di squadra, un fratello».

La pandemia ha fermato la pallacanestro per un po’ di tempo, ma non ha intaccato ciò che ha sempre tenuto unita la squadra: l’amicizia, spesso goliardica. «Abbiamo digerito a modo nostro quegli attimi terribili, con serate infinite, con cori da stadio inneggiando al buon Carlo che ci dà la scossa, con risate, scherzi, con tutto ciò che una squadra usa per sorridere di una vittoria clamorosa».

Ma non è finita così, quello di fine ottobre 2019 non doveva restare solo un brutto episodio, da dimenticare.

«Inizialmente intendevamo utilizzare la nostra storia per sensibilizzare il mondo del basket nei confronti dei corsi Blsd, ma la pandemia ha bloccato quella che voleva essere una campagna dove avremmo regalato un corso agli avversari ad ogni partita».

Qui, dunque, comincia una storia nuova. «Non giochiamo più in campionato, ma le nostre menti frullano idee, spesso malsane e goliardiche, per non dimenticarci che, tra una birra e l’altra, abbiamo una grande responsabilità: raccontare ciò che ci è successo, sensibilizzare il mondo del basket. L’idea ci è venuta festeggiando il “secondo” compleanno di Carletto».

Il primo luglio partirà quindi lo “Staying alive tour 2022”, un viaggio attraverso l’Italia e i suoi campetti dove quattro ragazzi della YouBasket, con mezzi a dir poco singolari, viaggeranno e racconteranno la loro storia.

«La goliardia che ci contraddistingue ci ha portato a scegliere mezzi comodi, affidabili e assolutamente cool: tre motorini degli anni Novanta, rigorosamente 50 cc, e una 127 dei primi anni Ottanta che farà da scopa e con la quale Andrea è già stato in Mongolia».

Carletto, Colus, il Pessa e Jacky sono i temerari piloti che affronteranno il tour. L’appello on line: «Hanno bisogno del vostro supporto perché non sanno né dove dormire, né dove mangiare, hanno l’unico obiettivo di raccontare questa storia di vita e di basket che è andata bene e può andare bene anche ad altri». Hanno subito risposto centinaia di persone, società ed esponenti del mondo politico. Un ragazzo di Bologna mette a disposizione il posto per dormire, altri la pizzeria, a Viareggio una squadra apre le porte della palestra.

«Il nostro intervento – conclude Fabio Pessotto – fu fondamentale e la telefonata del nostro coach ai soccorsi praticamente perfetta tanto che tuttora viene usata la registrazione come “esempio” nei corsi di primo soccorso. Un corso che decine di società vivono come obbligo ha salvato la vita ad un nostro compagno di squadra e di vita».

Argomenti:storie

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto