“Da Precenicco a Barcellona” la biografia che racconta tutto il calcio di Ariedo Braida

UDINE
L’amore per il calcio come colonna sonora di una vita che si compone di tante altre cose, ma trova nell’elemento sportivo una delle fondamenta. Una passione spontanea, divenuta professione prima come calciatore quindi come dirigente di alto, altissimo livello. La capacità di individuare il talento, la competenza e l’abilità di metterlo a disposizione del club di appartenenza. E poi quell’amore incrollabile verso la propria terra, il Friuli, dove tornare appena possibile, anche negli anni in cui farlo, per ragioni lavorative, era più complicato. Da Precenicco a Barcellona: è il percorso umano e sportivo di Ariedo Braida, direttore generale della Cremonese, costruttore – assieme a Silvio Berlusconi e Adriano Galliani – del Milan degli invincibili, poi uomo del Barcellona per il mercato internazionale. Un friulano autentico, prima ancora, legato ai valori del territorio e alla sua gente.
È friulano anche il giornalista Emiliano Foramiti, autore della biografia autorizzata “Ariedo Braida. Da Precenicco a Barcellona”: il libro è stato presentato ieri all’osteria Al Pavone di Udine. Sono intervenuti il tecnico Gigi Delneri e il giornalista Stefano Pontoni, ma c’erano anche tanti appassionati, c’era il desiderio di saperne un po’ di più su Braida. Foramiti, dopo la biografia autorizzata di Zico uscita nel 2015, si è voluto cimentare su un altro monumento del calcio friulano. «L’ho fatto per passione – ha spiegato –, per l’amore verso questo sport e il mio Friuli. Ho scritto questo libro per cercare di far conoscere Braida ancora meglio, per dirgli grazie di quello che ha fatto e per come lo ha fatto, per aver tenuto alto nel mondo il nome della nostra terra. Quando gli ho chiesto l’autorizzazione, me l’ha concessa immediatamente con la consueta disponibilità».
Ci sono le parole e le immagini, si rivive la parabola di Braida. «Dopo aver vinto tutto con Milan e Barcellona – ha osservato l’autore –, se è ancora in gioco è perché il calcio per lui prima di tutto è passione». C’era quel ristorante di Orsaria dove ogni venerdì Braida arrivava da Milano per pranzare. «Da quello che mi risulta, lo sapevano in pochi». E poi, ancora prima, quel tavolo durante i pasti del Monza, dove Braida («Attaccante votato al sacrificio, non un gran talento, ma si sarebbe rifatto come dirigente») sceglieva di mangiare: era quello dei dirigenti. «Galliani (che ha iniziato la sua carriera al Monza) ha ricordato che, quando chiese a Braida perché mangiasse con loro, lui gli rispose che lì aveva la possibilità di imparare – ha sottolineato Foramiti –. Sapeva di voler fare il dirigente, ha iniziato a studiare per farlo ancora prima di smettere di giocare».
Tante altre cose oltre il calcio, si diceva, come l’amore e la conoscenza dell’arte. Capolavori, uno dopo l’altro, in campo e fuori. Da Precenicco a Barcellona, per vincere tutto. —
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