Danieli rinuncia alla serie C Fvg

Floreani, presidente del gruppo sportivo: per statuto, si fa attività in favore dei dipendenti e dei loro familiari. I precedenti degli addii a ciclismo under 23 e volley rosa in C prima del basket. «Buttrio calcio e Snaidero ci provarono»

UDINE. Non sono bastate due promozioni di fila a toccare il cielo con un dito. Anzi, guadagnarsi la serie C regionale è stato un po’ come morire. Il Gruppo sportivo Danieli ha le sue regole statutarie e la sezione pallacanestro, come il ciclismo e la pallavolo in passato, non può fare eccezione. Il Gs aziendale, dunque, rinuncia alla C Fvg di basket appena conquistata.

Presidente Marco Floreani, complimenti: il basket Danieli è alla seconda promozione.

Accetto volentieri i complimenti a nome di squadra e staff tecnico - organizzativo. Hanno fatto un bellissimo lavoro, coronato dal risultato. So, però, dove vuole arrivare.

Alla rinuncia alla C regionale di basket: è ufficiale?

Sì, ma bisogna fare un passo indietro. All’inizio l’attività nel basket era fatta per venti ragazzi di Buttrio, figli di dipendenti Danieli, sovvenzionati dall’azienda. Come nel ciclismo, in cui siamo arrivati al titolo italiano juniores, o nel volley femminile promosso in C.

Il gruppo sportivo Danieli torna all’antico, dunque.

A fare sport per dipendenti dell’azienda e loro familiari, non a diventare qualcosa di diverso. Lo statuto del gruppo prevede che l’attività sportiva sia ricreativa e amatoriale. Si è forzata la mano per un paio di anni, come nel volley.

Si spieghi meglio.

Prendere giocatori e pagarli, non avere dipendenti o loro figli in squadra, attingere a un serbatoio diverso fa mancare i presupposti per mantenere l’attività. Questi non sono quelli dell’azienda. Anche vinto il tricolore juniores di ciclismo abbiamo fatto un anno di under 23 e poi basta. Abbiamo lasciato la pallavolo, ora il basket. Manterremo i giovani, i dipendenti giocheranno con qualche ente di promozione.

Uisp, per esempio?

Csi o altro. Anche il calcio Buttrio da anni vuole venderci la squadra, ma non è nelle nostre corde. La presidenza aziendale predilige sponsorizzare i giovani, come la Libertas Cussignacco. I rimborsi spese creano problemi a livello aziendale. Siamo una polisportiva, aderiamo a una dozzina di federazioni, abbiamo un migliaio di atleti. Si torna alle origini. Pur se le aspettative erano diverse, è doveroso per non rompere il giocattolo. Concentrarsi su una sola attività fa perdere di vista l’obiettivo primario, che è di valenza aziendale. Capisco le perplessità, ma il gruppo sportivo è improntato così.

Critiche alla Federbasket?

La rinuncia non è legata alla gestione federale dei campionati, come già nei 18 anni di ciclismo juniores. E’ una scelta aziendale di basso profilo sportivo: meglio che giochino tanti dipendenti anche scarsi, piuttosto che uno solo forte in una squadra non nostra che fa risultati per altri e non fatta per i dipendenti Danieli.

Che ne sarà del team messo in piedi dal ds Bartolini?

Lui stato è eccezionale, corretto. Lo ringrazio per la gestione contenuta e ben fatta. Sa trattare con i giocatori, è ds da categorie superiori, non da dimensione amatoriale. Peccato. Subdoravo che non si poteva andare oltre dal 2010 o 2011 quando la Snaidero basket, in difficoltà, ci chiese una mano e l’ingegner Benedetti (presidente e ad Danieli, ndr) non volle intraprendere un’attività professionale nel basket.

Inutile nascondere che in squadra le orecchie sono basse. Ieri Paolo Bartolini, il cui primo pensiero va al dirigente responsabile Daniele Modesto, ha inviato a tutti una mail di «delusione professionale». «Le scelte – dice – vanno rispettate. Quelle della Danieli non sono economiche, ma di comunicazione e sociali. Smembrare tutto dall’oggi al domani, però, forse è eccessivo. Mi dispiace, ci avevo creduto».

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