De Anna chiama la Trost: «Deve tornare a volare»
PORDENONE. La rielezione al vertice della Fidal di Alfio Giomi ha riportato al governo dell’atletica italiana una vecchia conoscenza del settore: Elio De Anna.
Dopo sedici anni di assenza, il politico e dirigente sportivo di Cordenons, classe 1949, ex presidente della provincia di Pordenone, è tornato all’altro suo storico amore sportivo (l’altro è il rugby), entrando in consiglio federale con oltre 28 mila voti (secondo candidato più votato).
Ha una lunga esperienza, il medico, ma ancora molto da dare al movimento e ha in mente tanti progetti: «Il mio sogno? Nel 2017 rinaugureremo il Grezar di Trieste: mi piacerebbe portarvi i prossimi campionati italiani, a distanza di 40 anni dall’ultima volta».
De Anna, come mai ha deciso di candidarsi per il consiglio federale della Fidal?
«Nel 2018 scadrà il mio mandato come consigliere regionale: ho già deciso di non ricandidarmi, di chiudere la parentesi politica. Mi stavo guardando intorno, volevo una scelta che avesse una prospettiva. Così, in un colloquio con il presidente della Fidal Fvg Pettarin, mi è stato proposto questo ruolo. All’inizio pensavo mi si chiedesse di prendere il vertice del comitato regionale. Ho accettato di buon grado quest’offerta: ho ottenuto più di 28 mila voti, quasi non me l’aspettavo. È stato il frutto del lavoro svolto dalla Fidal regionale, poi ci ho messo qualcosa anch’io».
Di sicuro lei nel mondo dell’atletica è conosciuto.
«Sono stato in consiglio federale dal 1993 al 2000: due mandati e mezzo. Uscì anzitempo perché ero diventato presidente della Provincia di Pordenone. Parlai con l’allora numero uno del comitato Gianni Gola, non me la sentivo di mantenere due ruoli. L’atletica è uno sport che conosco, come conosco molti degli attuali dirigenti. Giomi era un mio collega consigliere al tempo».
Ha appoggiato Giomi, appunto, il presidente uscente: cosa prevede di fare per rilanciare l’atletica?
«Io non ho seguito direttamente Alfio. Io sono stato al fianco della mia regione, che voleva la sua rielezione. Cosa abbiamo in programma? Innanzitutto rivedere il ruolo sociale dei sodalizi giovanili, che devono tornare al centro del sistema. Quindi rafforzare nettamente il rapporto che l’atletica ha col mondo della scuola. Infine, portare tutti i club a confrontarsi di continuo con la Fidal: questi saranno i nostri punti base».
Alessia Trost, atleta azzurra di Pordenone, ora trasferitasi nelle Marche dopo il cambio di allenatore: cosa farà per lei?
«Le si starà vicino come è sempre stato fatto. Crediamo in lei, perché è una delle punte di diamante del nostro movimento. Di sicuro deve tornare ai livelli di qualche anno fa».
Situazione impianti: a Pordenone era stato costruita la struttura indoor per lei. Cosa penserà di fare con la costruzione di via San Vito?
«Le si darà una nuova destinazione, visto che sinora era soprattutto dedicata alle due atlete top (l’altra è la Rossit, ndr). Poi c’è il mio sogno, portare i campionati italiani 2017 al nuovo Grezar di Trieste: sarebbe bello, a distanza di 40 anni dall’ultima volta in Friuli Venezia Giulia».
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