Il derby di re Hickey: Udine batte Cividale 76-66
Spettacolo nella bolgia del Carnera, l’Apu scappa avanti, la Gesteco la riprende. Poi un meraviglioso duello punto a punto risolto dall’americano dell’Old Wild West
Bellissimo, intensissimo, equilibratissimo, con un giovane italiano in campo, Ferrari, che un giorno diremo io c’ero quando iniziò la sua carriera, e un americano, quello di Udine che di nome fa Anthony e di cognome Hickey, che prende per mano i suoi e regala all’Old Wild West una vittoria pesantissma. Se difendi così e batti una squadra così, anche in una sfida emotivamente complicata, sei una grande squadra. Finisce 76-66 col pubblico che regala un’ovazione a re Anthony e la gente che fa festa, cividalesi compresi.
Il derby tra friulani, l’ennesima puntata della saga di questi quattro anni, inizia con un Carnera in cui non entra neanche uno spillo e la balaustra in alto è pienissima, come a Fantoni-Tracer ai play off di 38 anni fa. La curva bianconera piena come non mai, quella cividalese d’un gialloblu spettacolare e rumorosissima.
Sfottò o insultii, zero. Come la timidezza del talentone 19enne Ferrari, che ci prova subito su Johnson e su cui difende da gigante iniziando il suo show.
È di Ikangi la prima tripla, su di lui conta Vertemati per almeno limitare Redivo. L’orologio meraviglioso del Pilla fa fatica all’inizio a tenere Johnson. All’andata, graziato dopo la rissa era un altro. Ora attacca il ferro, difende. Troppo per una squadra con l’assenza pesante di Miani, che peraltro sarebbe stato l’unico friulano in campo, non il massimo come spot per la Fip nostrana.
Mirza, che gioca anche per papà Alibegovic ai box per un pit-stop (auguri) costringe con la seconda tripla coach Pilla al time-out. Udine inizia meglio la sfida: 13-2 dopo 4’. “La gente come noi non molla mai”, cantano i cividalesi, che poi è quello che cantano gli altri nei momenti difficili perché è semplicemente il motto della nostra gente.
Anche se l’Apu regala 4 minuti di tiri liberi a Cividale, bruciandosi il bonus troppo presto, dopo 10’, è avanti 22-14.
Tre minuti e inizia il derby della Gesteco: tap-in in schiacciata del baby, che tra due anni farà l’Eurolega perchè solo un italiano a quell’età giocava così in A2 e si chiamava Danilo Gallinari, e Lamb (infallibile ai liberi) imperversa. Sembrano due carabinieri al posto di blocco. La macchina Apu deve fermarsi: terrificante parziale di 17-2 in un amen, primo sorpasso 36-37 a 2’45”.
Rischia di essere la chiave del match. Metà partita: 44-41. Sinistri presagi per i padroni di casa, gran basket a tratti ma briciole in mano. Proprio quello che voleva il Pilla. Ora Redivo aggiungerà mattoni alla sola tripla segnata. Eccolo, Lucio comincia la sua partita, un derby che pian piano sembra scivolare nelle mani dei cividalesi. La difesa a zona del Pilla, senza Miani ricordiamolo, è una rete su cui s’impiglia l’Apu.
Che però non molla di un metro, specie in difesa, e ha un leader vero: Hickey che si guadagna i 200 mila dollari di stipendio facendosi il mazzo in difesa e prendendo per mano i suoi. Letteralmente.
Rota prenderà un terzo, ma fa lo stesso, perché è un signor giocatore. L’avrete capito, si gioca punto a punto, in una bolgia. Fine terzo quarto 56-54.
Il derbissimo si deciderà, com’era preventivabile, con un lungo overtime di 10 minuti. Per come difende Udine solo una grande squadra può vincere al Carnera. Tripla di Da Ros, Pullazi, canestro e fallo da guerriero vero. Legnate, botte, salti fuori campo per prendere un pallone. L’errore dell’Apu, che rischia di essere fatale, è di accelerare alcuni tiri, Cividale non lo fa, è un orologio, gioca sempre allo stesso ritmo. E prova a prendersi la partita così. Ma non fa i conti con mister 200 mila, la moglie in parterre scuote il bimbetto meraviglioso che hanno ad ogni canestro. Due triple siderali di fila: 69-61 a 2’52” dalla fine. “Cividale olè” cantano dalla curva ospite a dimostrazione che quella è una favola comunque vada la partita, tecnica e sociale. Non molla la Gesteco. Ma il derby va a Udine. Perché mister Hickey segna il 26esimo punto con un’altra tripla siderale che manda i titoli di coda. Che giocatore, che difesa l’Apu. E che squadra i Pillboys.
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