Di Centa, il viaggio olimpico comincia in bicicletta
UDINE. Da Mantova a Piombino, 850 chilometri in cinque tappe. Con meno salite è un chilometraggio superiore a quello dell’ultima edizione del Giro ciclistico della Regione Friuli Venezia giulia per dilettanti (796,9 chilometri, per l’esattezza), mica poco. È il tour che ha affrontato la nazionale di sci di fondo con Giorgio Di Centa in testa e che si è concluso ieri con un “fuori programma”, cioè con il giro-passerella nell’isola d’Elba. Così, per chiudere in bellezza.
«È stata un’esperienza straordinaria» racconta il campione olimpico al termine di questa inusuale fatica estiva portata a termine insieme con Roland Clara, David Hofer, Dietmar Noeckler, Federico Pellegrino e Fabio Pasini seguiti dal responsabile degli skimen Giuseppe Cioffi e dal massaggiatore Christian Saurer. Sull’ammiraglia il direttore tecnico della nazionale azzurra Paolo Riva.
«Era da tempo che in squadra accarezzavamo questo progetto - spiega Di Centa - la bicicletta la usiamo tutti durante il periodo estivo, e, allora, perchè non farlo insieme? È stato un modo per allenarci in maniera diversa divertendoci e allo stesso tempo faticando».
Le due ruote, d’altra parte, sembrano essere in gran voga tra la gente dello sci come prova l’impresa portata a termine lo scorso mese di maggio dagli azzurri dello snowboard Roland Fischnaller, Aaron March, dal loro allenatore Eric Pramsohler e dall’austriaco Sigi Grabner, bronzo olimpico a Torino 2006, che partendo dall’Italia hanno raggiunto la città di Sochi, in Russia, che il prossimo inverno ospiterà le Olimpiadi. 3310 chilometri in 16 tappe.
«Mancava qualche salita tosta, è vero, ma sono state giornate impegnative, anche per il grande caldo, ogni giorno sempre più chilometri da pedalare...» dice, raccontando la nuova esperienza, il carabiniere di Treppo carnico che a ottobre compirà 41 anni. «Gli atleti mi odiano - svela, al proposito, sul sito Fisi, il direttore tecnico Paolo Riva - perchè ogni giorno, erroneamente, avevo calcolato parecchi chilometri in meno di quelli effettivamente pedalati... È stata, comunque, una esperienza fantastica di allenamento che ha fatto crescere l’autostima e la motivazione dei ragazzi».
Sulle strade di Emilia e Toscana gli azzurri di Coppa del mondo hanno avuto modo di constatare che intorno a loro c’è grande attenzione. «L’accoglienza è stata calorosa ovunque - racconta Giorgio con un pizzico di soddisfazione -, molti ci hanno riconosciuto e, visto che non siamo in Scandinavia, è una cosa notevole. In quasi tutti le sedi di tappa ci hanno ospitato e in alcune frazioni ci sono stati dei dilettanti che ci hanno “scortato” per lunghi tratti del nostro viaggio». Un viaggio che non è stato condotto a ritmo turistico, ma rispettando precise tabelle e anche inventandosi delle piccole gare. «Abbiamo fatto degli sprint molto tirati che io non ho mai vinto, è roba per giovani. E infatti i più forti sono Noeckler e Pasini, ma nel complesso anch’io me la cavo bene» assicura Giorgio che con questo inedito tour ha cominciato il viaggio verso la sua quinta olimpiade, l’ultima della carriera. «I Giochi sono ancora lontani» si limita a dire, ma in cuor suo - c’è da scommetterci - medita un’uscita di scena alla grande. La prossima tappa per Di Centa & C. a fine mese sul ghiacciaio dello Stelvio, ma questa volta sugli sci.
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