Di Natale, un consiglio all'Udinese: "Un posto in Europa per te, ma devi crederci"

Totò, in Friuli dopo oltre un anno, ci parla dei bianconeri: «Forse la Fiorentina ha qualcosa in più per l’Europa ma la squadra c’è, con il Toro deve giocare per vincere»

Massimo Meroi
Totò Di Natale con Gianpaolo Pozzo il giorno della sua ultima gara da professionista
Totò Di Natale con Gianpaolo Pozzo il giorno della sua ultima gara da professionista

«C’è Totò a Udine». «Mi è sembrato di vedere Di Natale in centro». «Sì, sì era proprio lui». Il tam tam comincia già a metà mattina. Vero, il capocannoniere principe della storia dell’Udinese (191 gol in A) è in città. E allora parte la ricerca per chiedergli della “sua” Udinese. Perché Totò è Totò e quando arriva in Friuli è un piacere incontrarlo per tutti. Succede alla pizzeria Biffi davanti a una mozzarella di bufala.

Totò, che voto diamo finora al campionato dell’Udinese?

«Un 7, anche 7,5. Non credo che a inizio stagione i bianconeri venissero indicati per un simile piazzamento. Grande merito va all’allenatore: Sottil aveva dimostrato di saperci fare nelle categorie minori e al primo impatto con la serie A si è dimostrato all’altezza del compito».

L’Udinese nell’ultimo periodo ha perso qualche punto di troppo in casa. Quanto pesa l’assenza di Deulofeu?

«Parecchio. Contro avversari chiusi la sua fantasia e la sua imprevedibilità sono determinanti. E con il Verona mancava pure Pereyra».

Il “Tucu” da giovane fu suo compagno di squadra in bianconero.

«Grande giocatore, uno come lui farebbe comodo ancora oggi a club di primissima fascia. Spero recuperi il prima possibile, l’Udinese ha bisogno di lui. Sono contento che porti al braccio la fascia di capitano che un tempo era mia».

Complice la penalizzazione della Juve, l’Udinese è settima in classifica. Può pensare a un posto per l’Europa?

«La classifica è cortissima e può succedere di tutto. Sulla carta a livello di rosa la Fiorentina ha qualcosa di più, ma l’Udinese deve crederci».

Domani c’è Toro-Udinese.

«Partita decisamente importante, vincerla significherebbe molto. A Torino l’Udinese deve puntare al massimo obiettivo».

Cosa ci può dire di Thauvin?

«Lo conosco poco, però se faceva parte della nazionale francese qualcosa dovrà pur dire. Ha bisogno di rilanciarsi ad alto livello, l’Udinese ha saputo già farlo in passato con altri grandi calciatori».

Si parla di una possibile cessione dell’Udinese a un fondo americano. Che effetto le fa?

«Mi viene difficile immaginare l’Udinese senza il mio presidente Pozzo al comando. Però la vita va avanti, il mondo cambia. A Udine si potrebbe ripetere l’esperimento di Bergamo che peraltro sta funzionando».

Di Natale, cosa le manca di Udine?

«La città, gli amici. Qui ho vissuto dodici anni della mia vita e ho fatto la storia. Ho la scuola calcio. Mancavo da più di un anno e mi ha fatto enorme piacere ritornarci».

Non le manca il calcio giocato?

«No, ho fatto 22 anni da professionista e ho smesso nel momento giusto. Negli ultimi sei mesi mi ero già preparato al post-carriera. In questo senso non ho avuto alcun problema».

Un suo ex compagno, Bruno Fernandes, è diventato capitano del Manchester United. Sorpreso?

«Mica tanto. Si vedeva che Bruno aveva un grande potenziale. È un ragazzo che ha sempre parlato poco e lavorato molto. So che ha invitato a Old Trafford Miano e Cinello: è bello quando un ragazzo si ricorda degli allenatori che lo hanno aiutato a migliorare a inizio carriera».

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