Diritti tv da ridiscutere Udinese alla finestra

UDINE. «Vediamo quello che succede nelle riunione che abbiamo in programma la prossima settimana: la posizione dell’Udinese è attendista, per il momento. Certo è che riducendo l’incidenza del bacino d’utenza e della storia delle singole società, noi riusciremo ad avere delle condizioni ancora più favorevoli di quelle attuali». Parole di vice presidente, avvocato Stefano Campoccia, il “tessitore” del trama bianconera sui diritti tv, dopo aver registrato il giudizio (negativo) dell’Antitrust sulla ripartizione dei diritti tv all’interno della Lega serie A e le prese di posizione dei club “ribelli”, il Palermo di Maurizio Zamparini e il Chievo.
Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, in una segnalazione inviata a Parlamento e Governo (a firma del presidente Giovanni Pitruzzella) è necessario modificare il sistema vigente in seno alla Lega con una ripartizione delle risorse televisive basata sul merito sportivo e decisa da un soggetto terzo, diverso dalla stessa Lega di serie A.
Nel mirino dell’Antitrust, in particolare, il cosiddetto bacino d’utenza basato sul numero degli abitanti della città sede del club e i risultati “storici”: «Occorre innanzitutto prevedere meccanismi di ripartizione che premino maggiormente il merito sportivo, eliminando il riferimento ai risultati contenuti nella normativa vigente, che partono dai risultati della stagione calcistica 1946-’47. Anche il riferimento al bacino d’utenza dei club, previsto dalla normativa del 2008, non risulta direttamente riferibile al risultato sportivo, visto che il numero di spettatori cui può fare affidamento una società di calcio sfugge alla logica meritocratica», scrive il Garante.
«Sono due nostri cavalli di battaglia», svela Campoccia riferendosi al percorso dell’Udinese per arrivare alla delibera approvata dall’assemblea della Lega e bocciata dall’Antitrust. «Purtroppo ci siamo resi contro che non per arrivare ad approvare una delibera servono 15 voti e che per forza anche il nostro club avrebbe dovuto scendere a compromessi, pur di strappare delle condizioni comunque favorevoli: l’Udinese incassa circa 40 milioni con l’attuale sistema, molti di più dei 13 con i quali veniva pagata con in primi contratti “individuali” non collettivi come succede adesso».
«Certo i milioni potrebbero essere molti di più – prosegue Campoccia –, in definitiva negli ultimi tre anni siamo stati uno dei club di vertice del calcio italiano, ma bisogna guardare la realtà. Le cause di Chievo e Palermo? Se bisognerà ridiscutere tutto e se Zamparini avrà in mano 15 voti ci sarà anche l’Udinese con lui, altrimenti meglio continuare a convivere con i grandi club senza farsi la guerra ad ogni assemblea».
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