Divorzio dal ds Pinzin: per lui Triestina o Altovicentino

L’indiscrezione è dello scorso marzo. Ora c’è l’ufficialità, anche se nel frattempo si era paventata una sua permanenza

PORDENONE. L’indiscrezione è dello scorso marzo. Ora c’è l’ufficialità, anche se nel frattempo si era paventata una sua permanenza.

Sergio Pinzin non è più il direttore sportivo del Pordenone. Ieri è arrivata la conferma: le parti si sono lasciate «in maniera consensuale», secondo la nota diramata dalla società.

Si è chiuso così un rapporto durato tre anni, fatto di un secondo posto in D (2012-2013), una vittoria di campionato e scudetto (2013-2014) e la retrocessione di quest’anno dalla Lega Pro.

«Tengo a ringraziare il presidente Mauro Lovisa, i soci e il direttore generale per queste tre indimenticabili annate – dichiara Pinzin –. Resterò sempre legato alla società e alla città. Strutture, persone competenti e giovani di valore: c’è tutto per tornare al più presto in Lega Pro. Categoria che la piazza ha dimostrato di meritare».

In molti, in quest’annata sportiva, avevano additato il direttore sportivo quale responsabilità della disfatta. In quanto uomo-mercato ha qualche responsabilità, ed è normale: tuttavia le colpe sono diffuse, perché diversi giocatori non sono stati scelti da lui.

E ora? Il suo posto dovrebbe essere preso da Giorgio Zamuner, in predicato di ricoprire quel ruolo da mesi. Per Pinzin, invece, possono aprirsi le porte della Triestina o dell’Altovicentino.

Con gli alabardati ha già parlato – nel caso specifico col presidente Pontrelli –, con i bianconeri no, anche se lui conosce bene Dalle Rive. Si vedrà.

Ora Pinzin chiuderà il suo operato (il suo contratto scade il 30 giugno) e poi penserà al futuro. Al De Marchi, e al Bottecchia, tornerà eventualmente da avversario. (a.ber.)

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