È la notte di Caravelli: obiettivo semifinale

PORDENONE. C’è chi insegue il sogno olimpico con una ostinazione incredibile. Chi, colmando con tenacia e lavoro il gap di talento con gli eletti, Onora di fatto l’essenza dei cinque cerchi, quell’atmosfera che si respirava – pulita – nel 1896 ad Atene, allo stadio Kallimarmaron, dove tutto ebbe inizio.
I due atleti friulani che, oggi, fanno il loro ingresso a Rio de Janeiro fanno parte di questa famiglia. È così la volta di arzia Caravelli, classe ’81 di Pordenone, aviera, e di Abdoullah Bamoussa, classe ’86, di origine marocchina in forza al Brugnera Friulintagli. La prima è impegnata alle 3.10 di domani (ora italiana) nella serie dei 400 ostacoli, il secondo scende in pista alle 15.40 (ora italiana) nella batteria dei 3000 siepi. Obiettivo: superare il turno.
Determinazione. Molto più tardi gareggia Marzia Caravelli. Una che è alla sua seconda olimpiade, in una nuova specialità: a Londra era iscritta sui 100 ostacoli ed arrivò in semifinale.
Non male per lei, che è stata scartata sino a due anni fa dai gruppi militari nonostante abbia sempre dimostrato sul campo di andare forte e di essere – su tutto – un esempio di sportività e determinazione. Stanotte Marzia tenterà di passare in semifinale, come a Londra: deve arrivare tra le prime tre della sua serie (la sesta) oppure avere uno dei primi sei tempi delle escluse. Il turno lo passano 24 atlete su 48 iscritte.
Davanti a lei ha tre rivali – Doyle, Watson e Kolesnychenko -, la sua esperienza sugli ostacoli bassi è poca (solo 9 gare disputate) ma il fatto che, questa, sarà la sua ultima olimpiade, la porterà ad andare oltre le sue possibilità. C’è da scommetterci.
Provarci. È la parola d’ordine per Bamoussa, che nella sua carriera ha sempre dimostrato di tentare l’impresa. La più grande l’ha messa a segno guadagnando, nel giro di un anno, tre convocazioni in azzurro che valgono la carriera: europei di cross, europei in pista e questa, per i giochi olimpici.
Il siepista, per avanzare in finale, deve arrivare tra i primi tre oppure avere uno dei sei tempi più veloci degli esclusi. Tradotto: serve volare, anche se il suo 8’32’’54 di accredito è un discreto tempo.
Nella sua serie ci sono atleti come John Koech, Bahrein, sceso quest’anno a 8’09’’62; Evan Jager, Stati Uniti, capace di 8’00’’45 in carriera, uno dei bianchi più veloci di sempre; soprattutto c’è Mahiedina Mekhissi, Francia, che vanta 8’00’’09 e in particolare due argenti olimpici (Pechino 2008 e Londra 2012) e quattro titoli europei. Abdoullah Bamoussa è carico, felice come un bambino: i giochi li ha guadagnati all’ultimo e si sta godendo questa opportunità.
E’ amato dai compagni di nazionale per la sua umiltà ma oggi sarà spietato in pista, perché non vuole fermarsi qui, anche se passano in finale 15 atleti sui 45 iscritti.
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