Elena Cecchini: "Quattro volte col tricolore... E se succede?"

Domenica a Ivrea la friulana difende il titolo Intanto nella crono va forte e finisce seconda
Foto Belen Sivori/LaPresse.27/06/2015 Torino, Italia.Sport.Campionati italiani di ciclismo.Nella foto: arrivo Donne Elite, Elena Cecchini vincitore..Photo Belen Sivori/LaPresse.27/06/2015 Turin, Italy.Sport.Italian cycling championships.In the pic: Donne Elite, Elena Cecchini winner
Foto Belen Sivori/LaPresse.27/06/2015 Torino, Italia.Sport.Campionati italiani di ciclismo.Nella foto: arrivo Donne Elite, Elena Cecchini vincitore..Photo Belen Sivori/LaPresse.27/06/2015 Turin, Italy.Sport.Italian cycling championships.In the pic: Donne Elite, Elena Cecchini winner

Non c’è due senza tre. Varese 2014, Torino 2015, Darfo-Boario 2016. «E il quarto vien da sè» conclude il proverbio Elena Cecchini. Il quarto è il quarto titolo italiano di fila, l’atleta delle Fiamme Azzurre di San Marco di Mereto di Tomba cercherà di conquistarlo domani mattina nella “fornace” di Ivrea su un percorso difficile, ma non impossibile per lei. Ieri intanto ha scaldato la gamba finendo nell’aperitivo crono di 39 km: seconda dietro Elisa Longo Borghini .

Se il proverbio davvero si avverasse la bella Elena entrerebbe nella leggenda del ciclismo donne in Italia. Non poca cosa a 25 anni.

Elena, come t’immagini domenica pomeriggio?

«Chiaro: col tricolore addosso. Ormai quella maglia per me è come una seconda pelle. Ora non ho alcuna pressione rispetto alle mie rivali, io la mia abbuffata di maglie tricolori l’ho già fatta, magari quella sarà la mia marcia in più».

Il percorso?

«Durissimo, due salite da ripetere più volte, farà poi molto caldo, insomma sarà una gara massacrante».

La fine giugno che cos’è per te?

«Da tre anni a questa parte un periodo un po’ triste. Sento che sta arrivando il campionato italiano e che potrei dire addio alla maglia tricolore, poi, appena si avvicina la gara mi si moltiplicano le energie».

Tre tricolori, il primo?

«Varese, pioveva, feci la differenza in discesa. Staccai la Longo Borghini, mia grande avversaria anche domani. Quel giorno non sentivo la catena: volavo».

2015, Superga, arrivo in salita...

«Lì stupisco tutti. E costringo io papà Luca a una corsa folle sulla salita. Io soffro in bici, lui corre a piedi a fianco. L’altro giorno alla presentazione della tappa del Giro a Grado Enzo Cainero mi ha rifatto vedere quelle immagini: ma quanto ha corso mio papà?».

Un anno fa la fuga vincente a Darfo Boario...

«Grande gioco di squadra delle Fiamme Azzurre, poi le mie rivali si guardavano tutte: c’erano in palio i posti alle Olimpiadi. Me ne sono andata a 15 km dall’arrivo e mi hanno rivisto al traguardo. È stata durissima, ma il mio fidanzato Elia Viavani sullo strappo finale mi ha fatto coraggio, anche se non ha corso a piedi molto come mio papà..».

A proposito, il Cassani l’ha già investito come leader ai prossimi Europei di settembre...

«Io spero invece di fare il leader ai Mondiali di Danimarca, il percorso mi si addice e ho l’età giusta per poter alzare la mano e chiedere che la Nazionale corra per me».

La prossima settimana il Giro d’Italia partirà dal Friuli.

«Emozione unica, un anno fa a Montenars avevo la pelle d’oca. Quest’anno ci saranno due tappe nel mio Friuli. Punterò a vincere le tappe nella corsa rosa non a fare classifica».

Ci sarà anche Annalisa Cucinotta, in ferie dall’Arma...

«Sono contenta, lei farà le fierie al Giro, io le go già prenotate in Thailandia (ride ndr)».

Come sta il ciclismo femminile? Un anno fa, appena conquistata la maglia tricolore denunciò il fatto che i vostri premi sono briciole in confronto a quelli degli uomini...

«Sì e il presidente della Federciclismo Di Rocco pensò a un attacco personale. Qualcosa è migliorato, ma, ad esempio, al Fiandre Gilòbert ha staccato un assegno di 16 mila euro, la mia collega che ha vinto di 1.100. E abbiamo faticato solo un’ora in meno rispetto a loro...».

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