Epica Elena: è ancora la regina d’Italia
UDINE. Sensazionale. E non è un’esagerazione perché l’impresa di Elena Cecchini, 23 anni di San Marco di Mereto di Tomba, la si può definire solo così. La ciclista della Lotto Soudal, che ieri ai Campionati italiani donne elite ha indossato la divisa delle Fiamme Azzurre, si è tenuta la maglia tricolore che aveva conquistato con una fuga vincente un anno fa a Varese.
Ieri a Torino, sull’impegnativo traguardo in salita della Basilica di Superga, ha sbaragliato il campo arrivando solitaria al termine di una salita impegnativa, entrata nella leggenda dello sport per il disastro del grande Torino.
Ieri quella montagna di 670 metri, quei 4 km e mezzo impegnativi sopra Torino, si sono trasformati in una via del trionfo per la regina. Che non a caso si chiama Elena. Nella città che fu dei Savoia, nell’ex capitale del Regno, una ciclista friulana col nome di una delle sovrane più amate ha fatto sognare.
La Cecchini era nota in gruppo come passista dallo spunto molto veloce; e anche come eccellente finisseur, dopo il colpo di mano sotto la pioggia al Tricolore 2014 di Varese. Da ieri è una ciclista completa. Il quinto posto in primavera al Giro delle Fiandre con la maglia tricolore addosso le aveva messo addosso l’etichetta di futuro dell’Italdonne nelle classiche.
Ma l’impresa di ieri, su una salita con punte anche al 16%, l’ha fatta ancora salire di livello. Dopo 74 km, a metà percorso della gara partita da Legnano, un gruppo di 12 atlete è andata in fuga. Con la Cecchini anche pezzi grossi del ciclismo femminile e una piacevole conferma: l’altra friulana Annalisa Cucinotta del Gruppo Forestale.
Ai piedi della salita (le donne concludevano la corsa a Superga, al contrario di Nibali&C che hanno doppiato l’ascesa) un poker di atlete rompe gli indugi. Dalia Muccioli, tricolore 2013, Valentina Scandolara, Anna Zita Strickler e la regina. Tutti pensavano fosse lei la prima a cedere.
Invece è accaduto proprio il contrario. Superga è così: dopo Pino Torinese la strada schizza all’insù a fianco al trenino a cremagliera che porta alla Basilica. Poi c’è un tratto di ascesa “solo” al 6%, mentre gli ultimi due chilometri nascondono il veleno. Salta la Strickler, la Cecchini sale composta e sempre seduta in sella. Salta la Scandolara.
La Cecchini non fa una piega. Attacca la Muccioli. Elena indossa la corona e se ne va. Sù, mulinando il 39X28 (ma alla fine confesserà che avrebbe avuto bisogno anche del 30). Sa che dietro Elisa Longo Borghini, fortissima in salita, sta rinvenendo. A meno di due km dall’arrivo ecco suo padre, Luca. Corre il carabiniere, corre. Grida, incita, piange, le tira acqua. Commovente.
La regina resiste. All’ultimo km c’è il fidanzato-sprinter del team Sky Elia Viviani a incitarla. Si gira all’ultimo tornante, vede la Longo Borghini. Poi vede il traguardo. Abbraccia mamma Raffaella e l’amica Manuela, capa del fan club a San Marco di Mereto. Poi piange, piange, piange.
Di felicità. Ecco la regina. Due ore dopo arriva anche il re, Vincenzo Nibali. Che coppia tricolore.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto