Federica Masolin, la signora della Champions di origini friulane: “Il mio salotto ha una connotazione Nord Est”

È ripartita la Coppa più prestigiosa, la giornalista di origini friulane ci fa entrare nel salotto di Sky con Capello, Condò, Del Piero e Costacurta

Massimo Meroi
Federica Masolin, 38 anni, da quest’anno è il volto femminile di Sky anche per la Champions League
Federica Masolin, 38 anni, da quest’anno è il volto femminile di Sky anche per la Champions League

È tornata la Champions League e con lei la Signora della Coppa con le grandi orecchie. Federica Masolin, papà e mamma di origini friulane, andrà in onda assieme a tutta la squadra di Sky Sport nella trasmissione “Uefa Champions League” con una profonda connotazione del Nord Est: il bisiaco Fabio Capello, il triestino Paolo Condò e i veneti Alessandro Del Piero e Alessandro Costacurta (è nato a Varese ma la famiglia è originaria di Camposanpiero, Padova). Ieri i primi due ottavi di finale, oggi il terzo e il quarto con l’esordio di una squadra italiana, la Lazio, opposta al Bayern Monaco; la prossima settimana toccherà a Inter e Napoli.


Federica, siete tornati in pista...
«Personalmente non vedevo l’ora. Nella prima fase avevamo preso un bel ritmo. Sono contenta dell’esperienza umana e professionale che sto vivendo all’interno di un gruppo di lavoro collaudato e che mi ha accolto non facendomi sentire l’ultima arrivata».


Squadra a forte connotazione Nord-Est. Lei cosa sente di avere ereditato di friulano dai suoi genitori?
«Credo la testardaggine, intesa in senso positivo: ho la capacità di fissarmi degli obiettivi e raggiungerli. Sono predisposta al lavoro, sono una a cui piace spendersi».


Ci parli del Capello uomo di tv.
«Lui è una enciclopedia del calcio e ha una grande sensibilità che gli permette di criticare, di dire delle cose scomode ma che vengono accettate da tutti. E poi crea gruppo, proprio come deve fare un allenatore».


Passiamo al triestino Paolo Condò?
«Paolo porta il taglio giornalistico, ma sempre in maniera garbata e al tempo stesso pungente. Ha un eloquio e un uso delle parole da cui c’è solo da imparare».


Alex Del Piero?
«Io lo vedo come era in campo. Preciso, presente, puntuale, attento. Davanti alla telecamera è sempre molto sorridente, vive il calcio ancora in modo un po’ fanciullesco, racconta il pallone come uno che lo ama profondamente».


Billy Costacurta è quello con più esperienza a Sky.
«Lui è il più poliedrico, ha una capacità comunicativa a 360º, è un appassionato di tutti gli sport e si vede».


Paolo Di Canio a volte bisogna tenerlo a freno.
«Lui è un vero showman. Un entusiasta, uno con la garra. Era così anche da calciatore».


La “sua” squadra è completata da Cambiasso.
«“El Chucu” ha sempre un pensiero raffinato, si sbilancia poco, ma anche lui quando lo fa è tagliente».


Quella sulla Champions League è la trasmissione di punta di Sky Sport. Sente la responsabilità?
«In generale affronto tutto con leggerezza, non mi piace avere macigni sul cuore, al tempo stesso avverto la responsabilità che la mia azienda mi ha affidato. Parliamo di sport e quindi cerco di vivere e trasmettere le emozioni che un evento sportivo ci può regalare».


Quanto la scaletta è preparata e quanto improvvisata? In fin dei conti andate in onda appena finite le partite con i risultati che possono essere ribaltati negli ultimi minuti.
«È quello che mi piace di più. Godermi il momento, assieme a un gruppo di lavoro straordinario come quello della Redazione Champions, con il reparto grafico che cerca di rendere più accattivanti i numeri di quello che è appena successo in campo».


Lei si sente una privilegiata perché...
«Perché vedo le partite con chi ha vissuto il calcio in campo o in panchina. Tutti i miei compagni leggono in anticipo una situazione, prevedono quello che può accadere. Da questo punto di vista questi personaggi sono un pozzo di conoscenza dal quale posso attingere. Ecco perché mi sento una privilegiata».


Il prossimo anno la Champions League cambierà formula. Si perde la magia del sorteggio, ma ci sarà un mega torneo con 36 squadre che sarà Sky fino al 2027.
«Sarà pazzesca, vedremo molte più partite di alto livello, un sogno per gli appassionati. Un impegno lavorativo superiore? Ve l’ho detto che mi piace da matti quello che faccio».


Ci sono differenze tra il preparare una trasmissione sulla Champions e una sulla Formula 1?
«No. L’unica differenza sono le trasferte, i viaggi, per il resto è lo stesso. L’importante è appassionarsi a quello che si fa».


La sua favorita per la Champions League?
«Ne dico due. Manchester City e Real Madrid».


E l’Inter?
«In Italia sta facendo un campionato straordinario e secondo me può dare filo da torcere alle grandi d’Europa».


Due ultime cose. Il caso Maignan ha fatto passare il Friuli per una terra razzista.
«Mi dispiace che a pagare sia stato un popolo per la stupidità di pochi, però rabbrividisco al fatto che nel 2024 un ragazzo debba essere insultato per il colore della sua pelle. È un brutto spot per lo sport in generale».


L’Udinese di cui sono grandi tifosi i suoi genitori si salverà?
«Mi auguro di sì, altrimenti chi lo sente il mio papà?».

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