Felipe torna a Udine da avversario: "Gioco contro il mio cuore"

UDINE. «Torno da avversario nel mio stadio e so già che questa volta sarà più emozionante di sempre, per tutto quello che ho vissuto e per tutto quello che ho dato e ricevuto dall’Udinese e dalla sua gente».
Felipe Dal Bello apre così il capitolo amarcord, inevitabile per lui quando di mezzo c’è il bianconero friulano con cui è cresciuto e si è affermato, prima di andarsene. Il passo d’addio è arrivato a fine giugno, scegliendo la Spal e il contratto triennale da circa 700 mila euro a stagione che gli ha allungato una carriera che il difensore si augurava di finire all’Udinese.
Felipe, vogliamo cominciare proprio da quel colpo a sorpresa di mezza estate che lo ha portato a Ferrara?
«So che nel calcio non c'è nulla di scontato e così è stato anche per me. Sarei stato felice di restare all'Udinese e lo sanno tutti, ma così non è stato, ma adesso sono altrettanto contento di trovarmi alla Spal, società molto seria che somiglia all’Udinese per come ha saputo guadagnarsi la ribalta».
All’andata non c’era, ora come sta preparando questa sfida così sentita da ex?
«Avevo un infortunio alla caviglia e feci di tutto per rendermi disponibile, ma stavolta sarà diverso e ci sarò, emozionato come e più di sempre per tutto l’affetto ricevuto, ma anche pronto a dare il massimo perché alla Spal ci giochiamo la salvezza».
Da Udine si è già fatto sentire qualcuno dei suoi ex compagni?
«È ancora presto, ma so che Perica mi aspetta. Quando me ne andai mi disse scherzosamente che partiva già con due gol in stagione giocando contro di me e la Spal».
Non è invece uno scherzo la lotta salvezza, da cui l’Udinese è uscita a suon di vittorie...
«Qui tutti sapevamo che sarebbe stato difficile il salto in A, però stiamo dimostrando di potercela giocare e tutto quello che dobbiamo fare è lasciare tre squadre sotto di noi alla fine».
La Spal gioca e ha organizzazione, ma sembra che le manchi sempre qualcosa.
«Ci serve più cinismo, siamo stati molli con Cagliari e Lazio, le uniche partite sbagliate come approccio e dobbiamo capire ancora quando fare un fallo e quando tenere palla, leggere meglio i momenti della partita, ma il gioco c’è e anche il pubblico che ci segue alla grande. Il gruppo è unito e io mi trovo bene».
Forse il discorso non vale per Meret, il bianconero in prestito alla Spal che sta vivendo una stagione difficile, penalizzato dalla publagia.
«È un ragazzo d’oro, ha la testa sulle spalle e non si deve buttare giù. Deve restare tranquillo e cercherà di emergere con le sue qualità che sono enormi».
Da Delneri a Oddo, si aspettava un cambio di rotta così evidente dell’Udinese?
«Era stata costruita per fare il 3-5-2 o il il 3-4-3, ma conoscendo Delneri sarebbe stato difficile per lui cambiare un modulo che gli aveva dato tanto. Oddo si è adattato ai giocatori, ha dato loro più sicurezza, ma è anche vero che i giocatori ci sono sempre stati».
Chi teme di più tra Lasagna e Maxi?
«Lopez non era mai stato così importante per una squadra negli ultimi anni, non era titolare fisso e non giocava con continuità, ma ha esperienza e sa tenere palla. Lasagna arriva dal basso e mi ricorda la voglia di Giaccherini e la grinta di Parolo, giocatori che non mollano mai e ci mettono sempre qualcosa in più, ma in generale è tutto il collettivo dell’Udinese, e anche un De Paul che adesso recita da attaccante e non da esterno».
E la Spal?
«Ha signori attaccanti, tra cui Floccari. Sergio sta bene e ci sta dando qualcosa in più».
Che partita si aspetta?
«Molto combattuta, dovremo essere bravi a concedere pochi spazi all’Udinese e a prenderci i nostri».
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