Pellegrino tifa Udine: «Forza Apu, è la volta buona»
Il pivot, doppio ex, parla della sfida tra l’Old Wild West e Rimini: «Quella bianconera è la squadra più matura per fare bene anche in A»

Vai Apu, c’è “Ciccio” che ti aspetta in serie A. Cinque stagioni in bianconero non si dimenticano, infatti Francesco Pellegrino, pivot siciliano ma friulano d’adozione, confessa candidamente di tifare Udine nella sfida promozione di domenica con Rimini, la sua ultima squadra prima dello stop per un tumore a un testicolo e della recente ripresa dell’attività con la divisa di Treviso.
Pellegrino, cominciamo parlando della cosa più importante: come sta?
«Benissimo. Continuo a sottopormi ai controlli di routine, come dovrò fare per i prossimi dieci anni. Li affronto con grande serenità e faccio la vita normale di sempre».
Che effetto le fa sapere che Udine e Rimini, piazze dove ha giocato, si contendono la promozione diretta in serie A?
«È bello vederle lassù, pronte a disputare la sfida più importante della stagione. Egoisticamente ne vado fiero, significa che ho giocato per due società molto serie e attrezzate, a cui auguro il meglio».
Cosa ci dice dell’Apu a pochi metri dal grande traguardo?
«Io l’ho sempre detto, la serie A è ciò che merita una società seria e ambiziosa sin dalla sua nascita come l’Apu. Udine, inoltre, è una piazza storica per la pallacanestro, merita di stare nella massima categoria. Per chi tifo? Più Udine che Rimini, ma auguro a entrambe di ritrovarsi di nuovo contro in serie A il prossimo anno».
Secondo lei l’Apu è matura per giocare una serie A su buoni livelli?
«Assolutamente sì. Lo era già anni fa, però la A2 è un campionato difficile e questo lo sanno tutti. C’è molta concorrenza per poche promozioni, ma se devo scegliere dico che l’Apu è la più pronta di tutte per misurarsi al piano di sopra».
Ha ancora contatti con l’ambiente udinese?
«Sì e mi fa molto piacere che tutti mi siano molto vicini. Sento sia membri della società che giocatori e tifosi. A Udine ho lasciato il cuore».
Secondo lei Rimini crede ancora alla promozione diretta o pensa più ai play-off?
«Sono certo che ci crede ancora, anche perché salire in A direttamente senza giocare i play-off è una chance da non lasciarsi sfuggire. Inoltre Udine ha un calendario più difficile nelle ultime due giornate. Il fatto che Rimini abbia ingaggiato Luca Conti come rinforzo conferma le ambizioni dei romagnoli: verranno al Carnera agguerriti».
Seguirà lo scontro diretto di domenica?
«Con Treviso giocheremo alle 12 a Trapani. Alle 18 sarò in aereo per il viaggio di ritorno, cercherò di collegarmi per seguire il big match».
A Treviso come si trova?
«Qui sto molto bene. Siamo reduci da alcune sconfitte, questo è un campionato molto competitivo. Restano da giocare cinque gare, partite facili non ce ne sono, puntiamo a vincerne più che possiamo per consolidare la nostra posizione. Non siamo ancora salvi matematicamente, pensiamo a una partita per volta senza fare calcoli».
Il prossimo anno potremmo vedere una serie A con Trento, Venezia, Treviso, Trieste, Udine. Un sacco di derby triveneti.
«Sarebbe bello, mi ricorda il basket di quando ho iniziato a giocare. Tradizione e rivalità, tanti derby sarebbero stimolanti».
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