Gek Galanda manager di successo: «Ora a Udine di nuovo una squadra di A»

La novelle vague della pallacanestro friulana, protagonista nel campionato di serie A come non succedeva da tempo, ha acceso di nuovo i riflettori sulla “bale tal cos”, dimostrando che la scuola made in Friuli è viva e vegeta. Vedere il pordenonese Cusin, centro titolare della Nazionale, assieme ai virgulti Mian da Romans d’Isonzo e Raphael Gaspardo da Vidulis di Dignano, vincere e convincere con Cremona, in vetta alla classifica assieme alla Tesi Pistoia di Antonutti da Colloredo di Prato, e assieme alla Dolomiti Energia Trento di Pascolo da Coseano e Bellan da Palmanova, è sufficiente per stendere il drappo “furlan” sul massimo campionato di basket italiano.
Spettatore interessato, ancorché protagonista di decenni di grandi emozioni in Italia e nel basket internazionale, è anche Giacomo Galanda, udinese, ex capitano della Nazionale, argento olimpico ad Atene 2004 e campione d’Europa nel 1999: da manager di Pistoia (nella foto con Antonutti), si trova ad osservare molti suoi conterranei che provano a ripercorrere la sua, peraltro quasi impareggiabile, strada lastricata di successi ad alto livello. «Non è certo un caso - osserva “Gek” - se tanti friulani adesso sono protagonisti in serie A: non penso sia ancora il caso di tornare ai tempi di Boscia Tanjevic, che aveva costruito una Nazionale con quasi tutti giocatori provenienti dal Friuli Venezia Giulia, ma quel che è certo è che la nostra gente è particolarmente predisposta per la pallacanestro, sport nel quale occorre abbinare doti fisiche ed intelligenza specifica per eccellere. Le virtù di calma, pazienza, costanza, tenacia ed attitudine al lavoro, tipiche dei furlans, ben calmierate con l'altezza e le doti fisiche innate, danno risultati importanti". Manca al Friuli una squadra di riferimento ai massimi livelli. "Certo e si può notare comunque che in tutto il NordEst si senta la mancanza di un club di primissima fascia, il che rende tutto più faticoso. Non solo a Udine, ma anche a Treviso, per esempio, anche se stanno facendo bene per provare a risalire, così come a Trieste, che gioca la serie A2, con molti giovani in campo. L’unico club di prima fascia ora è Venezia, che ha coinvolto proprio Trieste, anche per sfruttare il talento dei giovani giuliani». Il segreto per arrivare ad alto livello? «Bisogna capitalizzare al massimo tutto quel che la base produce: investire nel minibasket, sviluppare la scuola di pallacanestro». (f.t.)
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