Gheddafi jr a processo la sua maglia vola su Ebay

L’ex bianconero è accusato di aver ucciso un calciatore: a giorni la sentenza La divisa che usò il 7 maggio del 2006 col Cagliari ieri era quotata 7.500 euro
Di Simonetta D’este
ANTEPRIMA Udine 7 MAGGIO 2006. CALCIO SERIE A 2005-2006. Udinese-Cagliari. Ghedafi con Obodo e Di Natale a fine partita. Copyright Diego Petrussi/Foto Agency Anteprima Udine
ANTEPRIMA Udine 7 MAGGIO 2006. CALCIO SERIE A 2005-2006. Udinese-Cagliari. Ghedafi con Obodo e Di Natale a fine partita. Copyright Diego Petrussi/Foto Agency Anteprima Udine

UDINE. Molti tifosi dell’Udinese si ricorderanno il suo esordio con la maglia dell’Udinese il 7 maggio 2006 (i friulani vinsero 2-0 contro il Cagliari). Mancava un quarto d’ora alla fine del match, in panchina sedeva Galeone che, dopo le reticenze iniziali, a salvezza ormai certa decise di accontentarlo e di mandarlo in campo tra l’ovazione del pubblico. Ha esordito così, nella sua unica apparizione in bianconero, Saadi Al Gheddafi. Oggi quella maglia, ancora sporca e autografata, è in vendita su Ebay. La settimana scorsa la sua valutazione era di 14 mila 500 euro, dopo pochi giorni era stata scontata a 10 mila 500, ieri la sua quotazione era di 7 mila 500 euro, a circa una settimana dalla chiusura della vendita. Cifre piuttosto importanti per la maglietta del figlio dell’ex rais libico, che ormai è lontanissimo dai campi di calcio, dai giochi, dai divertimenti, che hanno contagiato per una stagione anche Udine e il Friuli.

Chi lo ha incontrato nel 2006 in città non può non ricordarlo a bordo di auto blindate, sempre accompagnato da guardie del corpo e da un alone di mistero e curiosità, né può scordare le storie che uscivano dall’hotel dove alloggiava (Là di Moret) con tutto il suo seguito, cani di razza compresi, moglie e scorta. Si faceva portare caviale pregiato, ordinava litri e litri di latte perché la principessa vi facesse il bagno, i suoi cani avevano una stanza solo per loro… E sono solamente una piccola parte di tutto ciò che accadeva attorno a Saadi Al, che fuori dal contesto era capace di comportarsi esattamente come un giovane della sua età, ma anche di far salire su un elicottero il medico dell’Udinese per volare in Germania e sottoporsi a una visita specialistica.

Oggi di quell’uomo non c’è più traccia. Dopo la caduta del regime paterno e l’uccisione del rais Muammar, è fuggito in Niger, Paese dal quale è stato estradato poco più di un anno fa. Nel mese di maggio è comparso in tribunale in Libia per rispondere dell’accusa di aver ucciso un giocatore di calcio, il libico Bashir al-Riani, scomparso ormai dal 2006. Irriconoscibile nell’aspetto, il figlio del rais, chiuso nella gabbia degli imputati, ha ottenuto che il processo fosse aggiornato al 19 luglio. Le autorità di Tripoli hanno assicurato che sarà «trattato secondo tutte le norme internazionali». Dovrà rispondere del suo passato politico e di quella sparizione di un “collega”, che forse Saadi – che ha giocato anche nella nazionale del suo Paese – non ricorderà nemmeno. Al momento non c’è traccia dell’esito del processo, né si sa se l’udienza si sia tenuta. La sua maglia bianconera, comunque, è ancora in vendita sul web.

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