Giada, dalla bici al microfono: “E ogni tappa è una festa”
La Borgato piacevole sorpresa del Giro d’Italia. “Bernal? E’ il più forte, ma Vlasov è proprio bravo”
VERONA. Spigliata, precisa, ma non di quelli che san tutto loro e ti fanno venir voglia di cambiar canale, Giada Borgato, padovana di Legnaro, 31 anni, ex campionessa italiana di ciclismo, è una delle rivelazioni di questo Giro. Al microfono se la cava come quando correva. E sabato, la commentatrice tecnica Rai che racconta il Giro assieme al telecronista Francesco Pancani e allo scrittore Fabio Genovesi, nell’ora che conta, correrà in casa.
Giada, emozione da uno a dieci?
«Dieci, ma come tutte le volte che commento una tappa del Giro. Anche se Cittadella è solo a 50 km dalla mia Legnaro e quindi oggi sarà speciale...».
Oggi si parte in pianura, poi...
«Lo Zoncolan fa accapponare la pelle. Credo andrà via una fuga, ma Bernal e gli altri big vorranno giocarsi in prima persona un traguardo così prestigioso».
E Viviani portabandiera olimpico?
«È un premio alla carriera meritatissimo. Abbiamo la stessa età, ci incontravamo alle corse da bimbi. Ho assistito alla sua crescita sia come pistard che come stradista, con quella sua volontà ferrea, assecondata da una famiglia d’oro, di correre nei velodromi con successo e anche su strada. Lo hanno pure criticato, ora la polivalenza è vista come esempio. E poi quel tricolore portato da un ciclista sarò uno spot meraviglioso per avvicinare i giovani alla bici».
Tre nomi: Bernal?
«È il più forte, se non avrà problemi alla schiena chi lo batte?».
Evenepoel?
«Forse gli hanno messo troppa pressione, non correva da 9 mesi...ma quanto è un gran talento. E Vlasov mi piace tantissimo».
Nibali?
«Guerriero. Vedremo cosa farà oggi, ma c’è sempre, anche quando non sta bene».
Lei è fidanzata con il pro della Bahrain Eros Capecchi. È lui il suo critico più grande?
«Di solito lo è, ma in questo caso mi incoraggia. Così come la mia famiglia dove il ciclismo è di casa».
Quindi il massimo sarebbe commentare una vittoria al Giro del suo Eros.
«Non me lo dica, non gli han fatto fare il Giro, sarà per un’altra volta. Intanto spero in Viviani, Cimolai o Nizzolo una tappa se la meritano».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto