Gsa, Zilli col Friuli nel cuore: «Non potevo proprio dire di no alla mia città»

UDINE. Il richiamo di casa propria è la cosa più forte che ci sia, anche per l’udinese Giacomo Zilli è stato impossibile dire “no” alla chiamata della Gsa Udine.
Centro di 206 centimetri, classe 1995, Zilli torna a giocare in Friuli dopo sei anni: quattro nei college Usa e nel campionato Ncaa con Unca Bulldogs, poi dopo una breve sosta una stagione e mezza ad Agrigento con coach Franco Ciani.
Zilli, cosa l’ha spinta a tornare a Udine?
«Qui c’è una società forte e ambiziosa, il progetto è valido e la chiacchierata con coach Ramagli mi ha dato una spinta in più. Giocare per la mia città è un sogno, non ho resistito al fascino del ritorno a casa».
A inizio anno è stato operato all’anca sinistra. Come procede il recupero?
«Sono in buone condizioni. Devo completare il processo di riabilitazione ma per il raduno di agosto sarò pronto. Se sono a buon punto devo ringraziare il dottor Paolo Di Benedetto, che mi ha operato, e il preparatore atletico Luigino Sepulcri».
Cosa prova a essere uno delle tre “bandiere” friulane?
«Ci dà una grande carica. La guardo con occhi positivi, non sentiremo la pressione: piuttosto ci spingerà a dare più del 100%».
L’esperienza negli Usa cosa le ha lasciato?
«È stata positiva sotto tutti gli aspetti: da quello scolastico a quello umano, passando per quello sportivo. Il college aiuta a fare uno step importante, specie dal punto di vista fisico. Invito tutti i giovani a fare un’esperienza simile nella vita».
Alla Gsa ritrova Nobile, con cui si è incrociato anche in Nazionale 3x3.
«Sono felicissimo, Vito è un ragazzo d’oro e un ottimo giocatore. Ci siamo incrociati spesso, peccato che quest’estate non potrò giocare con lui nei tornei 3x3».
In compenso sudate assieme in palestra sotto la guida attenta di coach Gerometta.
«Ed è un piacere farlo, perché ho bisogno di lavorare molto. Da due anni mi alleno con “Gerom” su fondamentali, tiro e situazioni di gioco. Mi aiuta molto in questa fase di riabilitazione. Siamo un bel gruppo, ci sono anche “Vito” e altri ragazzi delle giovanili Apu». —
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