Guidolin cerca la vera Udinese FOTO
ARTA TERME. I panni sporchi si lavano in famiglia. Francesco Guidolin l’ha fatto ieri mattina incontrando la squadra dopo la scoppola subita nel memorial Bortolotti con l’Atalanta e richiamando i suoi a un comportamento più professionale e meno “isterico”.
«Abbiamo sbagliato a innervosirci», ha ribadito ieri il tecnico proponendo pubblicamente una versione molto più soft di quella usata tra le quattro mura dello spogliatoio. Giusto così, perchè certi atteggiamenti non saranno consentiti giovedì sera a Zenika contro il Siroki. In Bosnia stanno per preparare un’accoglienza tutt’altro che amichevole all’Udinese la squadra farà bene a esserne consapevole.
Arsenal. Guidolin ieri, al termine del test in famiglia, ha usato un’immagine molto efficace: «Mi aspetto un avversario che sogna di eliminarci, un po’ quello che speravamo di fare noi due anni fa con l’Arsenal.
E fino a 20 minuti dalla fine l’esito della sfida era ancora in bilico. I bosniaci vorranno giocare la gara della vita e siccome ci siamo accorti che di sprovveduti in giro per il mondo non ce ne sono più, sarà il caso di farci trovare pronti».
Stimoli. Guidolin deve essersi reso conto di aver trovato una squadra un po’ troppo rilassata mentalmente, non c’è cattiveria agonistica, manca la voglia di arrivare per primi sul pallone ed evidentemente non basta schiacciare un interruttore per ritrovare stimoli e voglia di vincere.
«Dobbiamo ricominciare a sognare – il suo ordine –, solo chi sogna può porsi degli obiettivi. Noi vogliamo fare un buon campionato e più strada possibile in Europa League».
Il problema, dunque, è nella testa. Guidolin batte il tasto del nervosismo: «Non mi è piaciuto vedere quell’atteggiamento. Abbiamo sbagliato a reagire in quel modo, anche perchè è del tutto inutile. In quei casi, quandi vai sotto di un uomo, devi compattarti, giocare di squadra, correre di più e puntare sull’orgoglio».
Quello che sicuramente metteranno giovedì sera in campo i bosniaci. Serve sangue freddo e senso di responsabilità, non nervi a fior di pelle.
Stelle spente. Per quello che si è visto in questo primo mese di lavoro non c’è grande omogeneità di condizione in rosa: alcuni elementi come Basta, Maicosuel e Pereyra, stanno già piuttosto bene, altri sono indietro.
Su tutti Di Natale che, condizionato anche da un problema muscolare, ha messo nelle gambe appena 90 minuti di partita (45 con il Bayer Leverkusen altrettanti sabato a Bergamo), e Muriel che ha saltato alcuni giorni di lavoro per andare a conoscere la primogenita Maria Paula.
«C’è chi è più avanti e chi un po’ in ritardo – ha affrontato l’argomento Guidolin –, ma credo che sia Totò che Luis abbiamo una settantina di minuti nelle gambe».
L’alternativa. Nella lista Uefa Guidolin ha inserito Matej Vydra, segno evidente che sull’attaccante ceco fa affidamento. Il biondo dell’est, sul quale non smettono di circolare voci di mercato sempre più insistenti circa un suo approdo in Premierleague (favorito il West Ham) piace a Guidolin ma questa non è una novità.
«Ci servono tre punte, Matej ha fatto bene al Watford, adesso deve solo restare umile e comportarsi come faceva con noi prima di andare in Inghilterra quando in allenamento bruciava l’erba».
Buon consiglio, da far valere non solo per Vydra ma per tutta la squadra.
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